L’ULTIMA RELAZIONE ANNUALE DELL’ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO CONFERMA LA FORTE CRESCITA DEL LAVORO IRREGOLARE ED ILLEGALE. PICCHI PESANTI NELLA NOSTRA REGIONE. NON PUO’ ESSERE SOLO CONTRASTO DEL SINDACATO

Da pochi giorni, e quasi alla vigilia del 1° Maggio (!) è uscito il Rapporto annuale 2018 sulla attività di vigilanza ispettiva, contro il lavoro irregolare e le modalità occupazionali fuori legge, curato dall’Ispettorato nazionale che coordina in ogni provincia l’attività degli Ispettorati, di Inps e Inail, in collaborazione con Guardia di Finanza.
Un lavoro sempre più necessario ma che, purtroppo, vede un ulteriore calo di 155 ispettori negli organici, ed un visibile disinteresse del Governo.
Un report con crescenti dati “in rosso” su una troppo ampia mappa di reati, quali “lavoro nero ed irregolare, forme di evasione fiscale e truffe contributive, violazioni gravi in materia di salute e sicurezza sul lavoro“.
La molto scarsa attenzione e sensibilità sociale, non può e non deve lasciare queste tematiche al solo contrasto sindacale !
A pagare la pesantezza di questi risultati sul lavoro in peggioramento sono, in primis, i lavoratori sfruttati, ma anche il peggioramento del profilo legalitario della nostra economia produttiva.
Anche, e sopratutto, in Emilia Romagna.
Reati sul lavoro, quali premesse “indispensabili” che affiancano lo sfruttamento, le truffe al fisco, poi i fondi in nero che poi vanno riciclati in Italia e/o all’estero.
Quasi ogni giorno, i nostri media ce ne danno informazioni crescenti.
Dal Report ispettivo nazionale (nelle immagini il frontespizio), riportiamo perciò solo i dati che “macchiano” il lavoro in Emilia Romagna, da pagina 13 alla 27, partendo dagli esiti ispettivi che, purtroppo, pongono la nostra regione sul podio nazionale!
1 “Contratti fasulli per i lavoratori. “Tali violazioni risultano prevalentemente concentrate nel centro-nord (circa il 94%). In particolare, e nell’ordine siamo primi in Emilia Romagna, poi Lombardia, Veneto, Liguria…!
La vigilanza ispettiva ha verificato che il “distorto utilizzo dei contratti di lavoro, è maggiormente riscontrato nei settori di sanità ed assistenza sociale (!?), alloggio e ristorazione, costruzioni, servizi alle imprese, ecc…”.
2 ” Esternalizzazioni/decentramenti produttivi fittizi“. Cioè, appalti, subappalti e finte somministrazioni di parti produttive. Siamo ancora primi: “… le regioni maggiormente coinvolte risultano essere l’Emilia R. con 2.442 lavoratori coinvolti; Lazio con 1.808; Lombardia, Veneto, ecc…”.
I settori più esposti risultano quelli dell’autotrasporto, costruzioni, supporti alle imprese, manifatturiero.
3 “Lavoratori irregolari”. Questa regione è 2° con 9.147 irregolari scoperti, dopo Lombardia con 9.922 . Poi Lazio, Campania e Puglia.
4 “Distacco transnazionale fittizio” con fasullo trasferimento all’estero di interi settori produttivi.
L’Emilia R. è al terzo posto dopo Friuli e Lombardia. Le imprese più incastrate sono nella edilizia, agenzie di viaggio e servizi.
5 ” Lavoratori in totale nero”. L’attività ispettiva nazionale ne ha scoperti ben 42.306 .
La nostra regione è al 6° posto nazionale, però al 3° a nord della capitale, dopo Lombardia e Toscana, con ben 2.811 imprese emiliano-romagnole sanzionate.
6 Imprese nostrane che però, con adeguate consulenze professionali, si affrettano ad accedere alle “conciliazioni monocratiche” giudiziarie.
Della serie: ci proviamo, ma se va male, prima si chiude e meglio è. Siamo la 2° regione, dopo la Calabria, con ben 1.185 conciliazioni già risolte nell’anno passato !
7 Il capitolo riguardante le “cooperative spurie e/o false coop” riporta solamente il pauroso esito ispettivo nazionale e senza la classifica regionale.
Con dati però pesantissimi e che, ben lo sappiamo come sindacato, hanno radici sporche anche nei nostri territori.
Coop fasulle che prevalentemente “…non applicano i Contratti di lavoro CCNL e non aderiscono alle Centrali cooperative”.
8 Un capitoletto che dovrebbe far riflettere il Ministro dell’Interno, riguarda il dato nazionale sul “diffuso fenomeno del caporalato“.
Le ispezioni mirate in tale direzione, hanno rivelato un 74% di imprese colpevoli, appartenenti al settore agricolo, col 46% di lavoratori in totale nero e stranieri, di cui il 30% extra Cee e privi di permesso di soggiorno. Poi vengono le ditte operanti nel turismo e commercio.
Sarebbe demagogia fasulla mettere questi reati del lavoro come premessa scontata all’ingresso malavitoso. E’ vero però, all’opposto, che ognuna delle tante inchieste giudiziarie sul malaffare delle mafie al nord ed in regione, contengono titoli e capitoli che portano al lavoro irregolare, subappalto con trucco, coop fasulle, ecc…
Lavoro, imprese e pezzi di economia malata che impongono argini e prevenzione reale. Dal sindacato, certo. Dalle utili iniziative promosse da Regione ed istituzioni locali. Dalla preziosa attività di vigilanza degli Enti ispettivi di cui leggiamo gli esiti.
Ma non basta. Occorre che il Governo rafforzi con urgenza le risorse e gli organici in calo degli Istituti che fanno i controlli.
Ma anche, e sopratutto, le Associazioni che rappresentano le imprese, siano molto più attive nel sostenere le pratiche e la cultura del lavoro pulito.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinamento regionale legalità e sicurezza Emilia Romagna
Modena, 29/4/2019
