RIPENSARE I SERVIZI AGLI ANZIANI NON PUO’ ESSERE SOLO ESTERNALIZZAZIONE

La riprogettazione del Welfare rivolto agli anziani, in un contesto che ci proietta a tempi brevi ad avere il 35% della popolazione ultrasessantacinquenne, non può essere segnato solo dai vincoli sulle assunzioni imposti dal governo, solo 8 assunzioni a fronte di un fabbisogno di 90. Tali vincoli sono ancor più inaccettabili in questa situazione nella quale dobbiamo fare i conti con le misure rese necessarie dal Covid-19 che vedono lo stesso numero di operatori impiegato in ulteriori e più complicate ma necessarie mansioni.
A questo, paradosso tra i paradossi, si somma la penalizzazione sulle assunzioni determinato dai meccanismi ministeriali che sfavoriscono i comuni virtuosi come Modena.
Facile sarebbe la battuta che l’essere virtuosi nella tenuta dei conti non paga e allora tanto vale smetterla.
In altri momenti, questa Amministrazione, è riuscita ad assumere, grazie all’impegno del Sindaco e alla sua perseveranza, numeri significativi di operatori nell’area della Polizia Municipale, per fare fronte ai problemi che l’emergenza sicurezza rappresentava per la città.
Ora l’emergenza è, e sarà sempre di più visto l’andamento demografico, la tenuta del sistema di Welfare a tutela della popolazione anziana. Quindi è per noi necessario, che il Sindaco riprenda in mano la questione degli organici e, in accordo con la Regione, ottenga, da questo governo , la possibilità di reintegrare e aumentare l’occupazione soprattutto nell’area dei servizi rivolti agli anziani.
Nel contempo accogliamo con favore l’idea di riprogettare complessivamente il “Welfare argento”, come enunciato dall’assessora Pinelli, dato che sono diversi mesi che insistiamo per la convocazione degli “stati generali del welfare argento”. Cioè di un percorso che affronti sistematicamente la qualità e la quantità dei servizi agli anziani anche in funzione della tenuta delle famiglie, che troppo spesso hanno come unica soluzione il ricorso alle assistenti domiciliari o badanti con i relativi problemi, formazione professionale, emersione dal lavoro nero, certificazione delle condizioni di salute, ecc, che l’emergenza Covid ha ulteriormente evidenziato.
A nostro avviso occorre come primo elemento, potenziare e sviluppare l’assistenza domiciliare, che non può essere completamente esternalizzata ma deve vedere nella programmazione, nella progettazione e nel controllo, un forte e vincolante intervento pubblico.
Va rivisto inoltre il sistema dell’accreditamento, attualmente troppo sbilanciato sugli aspetti quantitativi e, in modo insufficiente, su quelli qualitativi.
Le nostre strutture pubbliche ma anche (o soprattutto) le strutture private accreditate devono evolversi traendo spunto dagli errori capitati nella gestione del Covid 19, per essere sempre più pronte nelle emergenze e per garantire maggiore assistenza sul versante sanitario di quanto non accada ora.
Auspichiamo pertanto che le Linee Guida del Comune, siano flessibili quanto basta per valutare le proposte che come Organizzazioni Sindacali abbiamo anticipato negli incontri che abbiamo svolto sul tavolo di confronto sulle tematiche anziani e, contemporaneamente, inflessibili nel sanzionare le realtà, pubbliche o private,che non le rispettano.
Cgil Modena – Cisl Emilia Centrale – UIL Modena e Reggio Emilia
Spi Cgil – Fnp Cisl – Uilp Uil
Modena, 20 agosto 2020
