SE NON È STRAGE QUESTA

I 657 morti sul lavoro certificati dall’Inail nei primi otto mesi del 2023 non sono numeri statistici ma un’enormità di vite spezzate, di persone uscite di casa convinte di rientrare a sera o a fine turno e che invece non hanno mai più fatto ritorno. Nonostante siano 20 meno dello stesso periodo dello scorso anno, sono sempre troppi e non possono che farci parlare di strage, confermando che l’evoluzione tecnologica degli ultimi 50 anni non ha corrisposto parimenti con l’aumento di sicurezza per i lavoratori. Inoltre la lieve flessione è dovuta al numero di casi mortali in itinere, perché invece quelli in occasione di lavoro sono aumentati. Come se non bastasse, al 31 agosto di quest’anno sono ben nove le denunce di incidenti plurimi: 22 morti, 11 dei quali vedono coinvolto il mezzo.
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