SULL’INFORTUNIO DI UN LAVORATORE AUTONOMO SUBORDINATO DI FATTO AL COMMITTENTE

Condannata nei due primi gradi di giudizio la titolare di un’impresa edile per l’infortunio mortale accaduto nel cantiere, dalla stessa gestita, a un lavoratore autonomo caduto dall’alto al quale erano stati affidati dei lavori da effettuare su di una tettoia, accusata di avere omesso di adottare i necessari apprestamenti atti a garantire l’incolumità delle persone addette e di non avere disposto tavole sopra le orditure, sottopalchi e idonei dispositivi di protezione individuale anticaduta, la stessa ha fatto ricorso per cassazione sostenendo che il lavoratore deceduto, al momento del fatto, svolgeva attività lavorativa autonoma unitamente al figlio e non alle sue dipendenze, che non era stata avvisata dell’intervento del lavoratore infortunato e che al momento dell’accaduto non era presente sul posto.
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