Un caso emblematico all’Ufficio Vertenze di Bergamo/“600 euro, ti detraggo i pasti, e fa sito!"
Lo chiama Franco, per comodità, ma il lavoratore ha un altro nome. Un nome arabo, che per il titolare bergamasco di una ditta artigiana di imbiancatura della zona dell’Isola è forse troppo faticoso da ricordare.
Mercoledì 18 novembre L.A., detto Franco, 48 anni, nazionalità marocchina, permesso di soggiorno in regola, residente in provincia, arriva all’Ufficio Vertenze della CGIL: chiede cosa può fare se il suo datore di lavoro non gli paga tutte le ore lavorate.
Davanti ai funzionari dell’Ufficio Vertenze, il lavoratore tira fuori un foglietto (in allegato), lo “stipendio” di giugno. A penna, il datore di lavoro scrive una nota con le ore lavorate, il compenso e i soldi che gli detrae per i pranzi (!).Il “totale avere” è pari a 673 euro, ma alla fine, dopo un fantasioso e inspiegabile arrotondamento al ribasso, la cifra finale scende a 600 euro. Come se non bastasse aggiunge la scritta “E fa sito!!!”.
Sulla vicenda l’Ufficio Vertenze CGIL ha già inviato una notifica per raccomandata alla ditta e alla Direzione Provinciale del Lavoro in cui si impugna l’illegittimo rapporto di lavoro (in nero), lo stipendio non pagato interamente e la mancata contribuzione previdenziale.
“Fanno rabbrividire i sott’intesi e i toni mafiosi di questa ‘busta paga’” commenta Fausto Sottocornola dell’Ufficio Vertenze di Bergamo. “Sembra che il titolare della ditta dica: ‘Decido io quanto vale il tuo lavoro, accontentati e fai silenzio’”.
“Questo è un caso singolo, ma emblematico di molti altri casi che qui all’Ufficio Vertenze vediamo di frequente” aggiunge il responsabile dell’Ufficio, Carmelo Ilardo. “Decine di datori di lavoro utilizzano questo tipo di atteggiamento. Questo è un esempio, neanche tanto raro, del livello della piccola e media imprenditoria nella nostra provincia.
Fonte: Cgil Bergamo, 20.11.2009