NEL TERZIARIO SEMPRE PIU' IMPRENDITRICI STRANIERE

30 Giu 2011

 

NEL TERZIARIO SEMPRE PIU’ IMPRENDITRICI STRANIERE

 

di Nadia El Barrami

 

Una recente inchiesta, condotta dal Gruppo Terziario Donna, Confcommercio e dal Censis ha posto l’attenzione sull’ imprenditoria femminile straniera nel terziario.

Le nostre più importanti istituzioni identificano le donne regolari straniere attraverso diverse modalità di arrivo sul territorio italiano. Abbiamo innanzitutto le donne che arrivano in Italia attraverso il ricongiungimento famigliare con tutte le difficoltà del caso, poi quelle che emigrano per motivi umanitari e politici ed infine le straniere lavoratrici che approdano in questo Paese mediante contratti di lavoro full/part time o stagionali.

Di rado si parla del “gentil sesso” che arriva in Italia decidendo di creare ricchezza, contribuendo, così, ad incrementare il nostro PIL.

Come dimostra l’ indagine contenuta nell’ Osservatorio sull’ evoluzione dell’ imprenditoria femminile nel 2011, le donne straniere non sono più relegate a lavori di tipo assistenziale oppure a professioni di basso profilo.

Il presente e sempre di più il futuro ci preannunciano donne con un medio alto livello di scolarizzazione, che non hanno paura di apprendere la lingua  e gli usi/costumi del Nuovo Paese.

Donne che non si fanno condizionare dai propri modelli famigliari, dalla propria religione e cultura d’ origine. Siamo davanti a donne che scontrandosi con le avversità e le difficoltà della vita reale non si scoraggiano ma anzi ne traggono spunto per migliorarsi.

Le donne immigrate imprenditrici investono prevalentemente nel commercio e nei servizi. Si concentrano nel Centro Italia maggiormente e a seguire anche nel Nord. In queste due aree geografiche troviamo il 9,3% delle imprese femminili guidate da donne straniere con meno di 50 anni. Teramo e Trieste sono le provincie con una presenza di imprenditoria straniera con “marchio donna” che si aggira intorno al 13,8% sul totale delle imprese non italiane nel terziario.

Milano e Roma invece sono le città metropolitane predilette dagli investimenti delle imprenditrici straniere.

A questo punto una domanda che ci possiamo fare è: quali sono i campi di attività di queste impresarie? Innanzitutto il settore dell’ alloggio e della ristorazione, dei servizi di comunicazione e informazione e delle attività commerciali.

Le imprenditrici sono soprattutto cinesi, rumene, svizzere, marocchine, nigeriane e tedesche.

Il mercato, dove la meritocrazia vige meglio che in altri campi e dove le pari opportunità si affermano, premia le capacità imprenditoriali e il know how di queste donne. La donna straniera in questo caso è consapevole e decisa nelle scelte che riguardano il proprio progetto migratorio che non subisce passivamente ma ne è la principale “attrice”.

La migrazione rappresenta per queste “business women” – azzardo nel definirle con questo termine perché mi piace pensarle un giorno effettivamente così – un’ assunzione di maggiori capacità decisionali e una chance per un’ emancipazione sociale tutta al femminile.

Concludo con questa citazione di Lucia Rojas “…le donne essendo portatrici di tradizioni millenarie, ma allo stesso tempo emigrate per sfuggire a parte di queste tradizioni che le opprimono, sono in una posizione ideale per svolgere un ruolo di mediazione tra diverse culture. Speriamo che con la concretezza che le caratterizza siano capaci di scegliere i contenuti migliori delle differenti culture, ovvero quelli che favoriscono l’ emancipazione e la liberazione delle donne”

Penso che queste donne ci stiano riuscendo con coraggio e per questo hanno tutta la mia stima ed anche la mia riconoscenza perché stanno spianando la strada alle future donne che approderanno in questo nostro Paese.

PER SAPERNE DI PIU’:

http://www.confcommercio.it/home/ArchivioGi/2011/Le-imprenditrici-stranieri–investono–sul-terziario.htm_cvt.htm

COMUNICATO STAMPA IMPRENDITRICI STRANIERE NEL TERZIARIO

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