13 Giu 2013 mobilitazione, sciopero, sisma, sisma 2012,
Bologna, 13 giugno ’13
L’economia ferrarese è al collasso e non può sopportare la perdita secca di altre centinaia di posti di lavoro con i licenziamenti annunciati alla Berco di Copparo, la più grande azienda metalmeccanica della regione: con questo grido d’allarme le segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil hanno proclamato per domani, venerdì 14 giugno, uno sciopero generale provinciale di 8 ore per tutti i settori. La protesta scenderà in piazza proprio a Copparo, con partenza del corteo alle ore 9 dalla sede della Berco, che oggi rappresenta il più drammatico emblema della crisi, fino a Piazza del Popolo dove dalle ore 10.30 parleranno delegati di aziende in crisi, Mario Nardini Fiom Ferrara, Giovanni Caruso segretario Fim Cisl Emilia Romagna, Mario Ghini segreteria nazionale Uilm e Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia Romagna.
La provincia di Ferrara – denunciano Cgil, Cisl, Uil – si ritrova ai vertici delle classifiche negative in territorio regionale per la disoccupazione giovanile; conta quasi 6mila lavoratori in mobilità e numeri da brivido per l’utilizzo della cassa integrazione; il settore delle costruzioni è pressocchè azzerato; stentano il commercio e turismo; i servizi pubblici e il welfare locale sono impoveriti dai tagli drastici di questi anni, mentre cresce il disagio sociale. Una situazione economica gravissima che, oltre all’emergenza Berco, presenta le sue punte più simboliche nel recente commissariamento della Cassa di Risparmio di Ferrara (che secondo i sindacati dimostra anche l’inadeguatezza della classe imprenditoriale) e nel Centro ricerca chimico di Basell, uno dei gioielli dell’economia ferrarese e dell’intero settore, minacciato da tagli occupazionali e di risorse che compromettono il futuro di tutto il petrolchimico.
Dichiarazione del segretario generale Cgil di Ferrara Giuliano Guietti
“La vicenda Berco – sottolinea il segretario generale Cgil di Ferrara Giuliano Guietti – rischia di avere un impatto davvero senza precedenti per l’economia del nostro territorio. Basterebbe da sé a giustificare lo sciopero generale di domani. Ma la sua gravità è accentuata dal fatto che si innesta su un’economia provinciale già stremata dalla crisi, oltre che dagli effetti del sisma di un anno fa. I dati più appariscenti riguardano il settore industriale, ma nessun settore è ormai indenne da forti ridimensionamenti della base produttiva e occupazionale. Il mondo del lavoro è stato l’unico a pagare davvero, finora. Adesso ci vuole un cambiamento urgente negli indirizzi di politica economica, sia a livello nazionale ed europeo, sia a livello locale, dove possono essere messi in campo una maggiore capacità progettuale e anche un ricambio, finalmente, della classe dirigente e imprenditoriale che fin qui ha detenuto tutte le principali leve del potere economico. Quello di domani quindi non vuole essere semplicemente uno sciopero di solidarietà di tutto il mondo del lavoro con i tanti che vedono a rischio il proprio futuro. Vuole essere un momento per riaffermare la centralità del lavoro, della sua difesa e della sua creazione, come unica strada possibile per uscire dalla crisi. A Ferrara come in Italia e in Europa. Qui sta il valore davvero generale della mobilitazione di domani, che segna inoltre un nuovo passo avanti nella ripresa dell’unità sindacale e rafforza l’appuntamento del 22 giugno con la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil a Roma”.