24 MAGGIO 2016, SCIOPERO REGIONALE PUBBLICO IMPIEGO-SANITÀ PRIVATA-TERZO SETTORE PER I RINNOVI DEI CONTRATTI NAZIONALI. GLI AMMINISTRATORI LOCALI ESCANO ALLO SCOPERTO E APPOGGINO I LAVORATORI

02 Mag 2016 fp, sciopero,

Modena, 2 maggio 2016

Il prossimo 24 maggio i lavoratori del Pubblico Impiego, della Sanità Privata e del Terzo Settore dell’Emilia Romagna incroceranno le braccia per chiedere il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. La Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil ha proclamato lo sciopero nell’ambito di una serie di scioperi regionali che stanno interessando il Paese in queste settimane.
I lavoratori del Pubblico Impiego sono senza contratto da ormai 7 anni e, nonostante l’illegittimità del blocco sancito dalla Corte Costituzionale, il Governo continua a non ritenere il Contratto una delle priorità della sua attività, manifestando un irresponsabile ed arrogante disinteresse per le condizioni dei lavoratori, per le loro retribuzioni e per i diritti sanciti dalla Costituzione. Contemporaneamente, però, si prodiga in uno spot continuo dove vengono sbandierati i dati positivi sulla crescita e sull’occupazione, in contrasto con le reali condizioni delle persone e del Paese, sempre più incapace di ripartire.

I 7 anni di blocco contrattuale, unitamente ai vincoli sulle assunzioni, hanno prodotto un danno economico per ogni lavoratore di diverse migliaia di euro, che si protrarrà per il resto della vita lavorativa, e una riduzione degli addetti di 220.000 unità.

L’Italia tra l’altro risulta l’unico paese in cui, negli ultimi dieci anni il numero dei dipendenti pubblici si è ridotto: meno 4,7%. Nel resto d’Europa, gli addetti nel pubblico impiego sono cresciuti, soprattutto in Irlanda e in Spagna dove si è registrato un aumento rispettivamente del 36,1% e del 29,6%. Altri paesi mostrano incrementi vicini al 10% (Regno Unito 9,5% e Belgio 12,8%). Infine, un altro gruppo di paesi mostra un trend crescente ma contenuto (in Francia del 5,1%, in Germania del 2,5%, nei Paesi Bassi del 3,1%) (fonte Eurispes).

Nonostante questo la spesa pubblica è aumentata di 27 miliardi, con conseguente peggioramento dei servizi erogati ai cittadini.
Rispetto la spesa non solo non assistiamo ad un costante calo, ma va anche sfatato un mito, se si prendono la Francia e il Regno Unito che hanno una popolazione simile a quella italiana la spesa è superiore rispettivamente di 100 e di 40 miliardi (fonte Eurostat 2013).

I dati parlano chiaro: l’operazione dei governi degli ultimi 7 anni è stata solo finalizzata a ridurre i diritti dei lavoratori e dei cittadini, ma non a ridurre la spesa pubblica e ad aumentare l’efficienza del servizio pubblico.
Non da meno è la decisione di questa Regione di ulteriori tagli sul personale della Sanità pubblica, infatti si va alla sostituzione del turn over dell’80%, comprendendo tra questo anche le assunzioni per applicare la legge 161 sull’obbligo di garantire il riposo delle 11 ore al personale con ulteriori ricadute negative sui servizi ai cittadini.

Al contempo, i contratti fermi sia nel Terzo Settore che nella Sanità Privata (alcuni bloccati dal 2007!!) hanno creato ulteriore dumping contrattuale in un parallelismo diabolico, dove aumento della precarietà lavorativa, assenza di contrattazione, calo dei salari e riduzione dei diritti stanno minacciando profondamente la qualità del lavoro e il senso del lavoro pubblico in tutte le sue forme di gestione diretta e indiretta, in ambiti quali i servizi alla persona, la sicurezza, i servizi educatici, per citarne alcuni.
In questa “tempesta perfetta” devastatrice del ruolo pubblico e quindi dei servizi direttamente erogati ai cittadini dagli oltre 220 mila dipendenti pubblici in Emilia Romagna, fa scalpore l’assordante silenzio degli amministratori locali.
Questi dipendenti sono quelli che collocano la nostra sanità ai vertici mondiali, che svolgono compiti insostituibili di welfare, di sicurezza, di previdenza. L’Emilia Romagna delle eccellenze è garantita da questi dipendenti che nei tragici momenti delle calamità hanno assicurato in condizioni gravose i servizi.

Da qui al 24 maggio queste lavoratrici e i lavoratori, insieme ai sindacati, svolgeranno iniziative in un percorso che condurrà allo sciopero. Nel frattempo si chiede agli amministratori locali e direttori e dirigenti dei vari Enti di esprimersi sul diritto dei propri lavoratori ad avere il Contratto Nazionale, risorse per una contrattazione decentrata e per relazioni sindacali adeguate, lo sblocco delle assunzioni, risorse per la formazione, riconoscimento dei lavori usuranti come ad esempio quelli del personale addetto all’assistenza sanitaria, al lavoro di cura e polizia locale.
Gli amministratori locali non possono più tacere, fingendo di essere spettatori di quanto sta accadendo, persistendo nel gioco di spostare le responsabilità della loro capacità limitata di azione verso altri. È arrivato il momento che loro stessi si pronuncino a difesa dei diritti dei propri lavoratori e a tutela dei servizi per i cittadini.

Fp/Cgil    Cisl/Fp Uil/Fpl    Modena

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