07 Mag 2010
Nonantola, 7 maggio 2010
La nota azienda edile PI.CA. di Nonantola, fondata da Piccolo e Cantile, da ottobre 2009 ha cominciato a non pagare gli stipendi ai propri lavoratori.
Negli incontri avuti per tentare di definire la vicenda, si sono susseguiti gli impegni a saldare, ma l’azienda ha corrisposto solo acconti in modo saltuario.
Da dicembre poi è iniziato un periodo di cassa integrazione ordinaria al termine della quale, passando attraverso la cessione di ramo di azienda, non essendoci le condizioni per la ripresa produttiva, e a seguito di un piano di ristrutturazione, è iniziato un periodo di cassa integrazione straordinaria per i 37 dipendenti ancora in forza.
L’azienda ha dichiarato che le difficoltà sono dovute principalmente al blocco delle vendite immobiliari, ai ritardi dei pagamenti dei committenti sia pubblici che privati. Negli incontri con il sindacato la situazione è stata descritta come molto preoccupante ma, in questa fase, è paradossale che siano i dipendenti a doversi sobbarcare l’onere di questa crisi, attraverso il mancato pagamento di quanto dovuto.
La situazione sta esasperando gli animi, e non è giustificato il fatto che si ritardi anche la consegna della documentazione per consentire ai lavoratori – padri di famiglia, molto spesso unico sostegno economico – di chiedere alla banca di anticipare acconti dell’importo dell’assegno di cassa integrazione.
Fillea/Cgil e lavoratori fanno appello agli Enti locali, in particolar modo quelli che hanno affidato appalti alla PI.CA. Costruzioni, affinché sollecitino il rispetto degli impegni presi.
I soldi degli stipendi devono essere il primo impegno a cui rispondere, in assenza del quale, oltre a dubitare fortemente della reale volontà di rilanciare l’impresa da parte della proprietà, la Fillea/Cgil si vedrà costretta, suo malgrado, a tutelare i lavoratori anche attraverso le più idonee iniziative legali.