RINNOVO CCNL COOP SOCIALI, OCCORRE RIPRENDERE IL CONFRONTO

16 Nov 2010 ccnl, mobilitazione,

Modena, 16 novembre 2010

E’ fermo da oltre un mese il tavolo nazionale per il rinnovo del CCNL dei lavoratori delle Cooperative sociali e di inserimento lavorativo, per l’indisponibilità delle controparti datoriali a discutere su quantità economiche e tematiche proposte dai Sindacati di settore nella piattaforma unitaria.

Dopo 15 mesi di trattative, nell’incontro dello scorso 12 ottobre, le centrali Cooperative Nazionali hanno infatti offerto un aumento economico di soli 38 euro mensili lordi (contro la richiesta in piattaforma di 145 euro) e hanno dichiarato una totale mancanza di volontà nell’affrontare i temi proposti dalle organizzazioni sindacali.

Fp/Cgil, Fisascat/Cisl e Uil/Fpl giudicano inaccettabili queste condizioni.

Il rinnovo di questo contratto, scaduto il 31/12/2009, interessa 250.000 addetti a livello nazionale e circa 4.000 in provincia di Modena, lavoratori e lavoratrici impiegati principalmente negli appalti pubblici dei servizi per anziani, infanzia, handicap e settore ambientale.

I contenuti della piattaforma unitaria, sottoposta alla validazione delle lavoratrici e dei lavoratori, miravano ad apportare migliori condizioni normative ed economiche per dare maggiore dignità al lavoro sociale della Cooperazione, ancora troppo debole rispetto alle enormi ricadute sociali del lavoro quotidiano di migliaia di operatori nella nostra Regione.

E’ a loro, infatti, che si devono l’assistenza e la cura domiciliare ed in strutture dei non autosufficienti, di minori con deficit,  l’educazione e rieducazione dei disabili, l’educazione negli Asili Nido, insomma, l’intera gamma di professioni fondamentali per il sostegno del modello di Welfare di cui come cittadini godiamo e che loro, ogni giorno, a fianco o parallelamente ai colleghi delle strutture pubbliche, portano avanti, nonostante i trattamenti economici decisamente insufficienti e trattamenti normativi ancora bel lontani da tutele certe.

Non rinnovare questo contratto o farlo con i “quattro spiccioli” che propongono le Centrali Cooperative Nazionali significa condannare queste lavoratrici e questi lavoratori alla povertà, all’impossibilità di vedersi riconosciuto uno sforzo professionale qualificato e indispensabile per il mantenimento dei servizi alla persona del nostro Paese.

I Sindacati chiedono la riapertura del tavolo di trattativa con proposte economiche serie e accettabili per i lavoratori, e chiedono un assetto normativo contrattuale che risponda davvero alle tutele di cui necessitano per l’importante professione che svolgono, attraverso ad esempio inquadramenti professionali certi, formazione, garanzie nei cambi di appalto.

Nell’Attivo unitario dei quadri e delegati che si terrà venerdì prossimo 19 novembre a Roma, saranno decise azioni di mobilitazione per la riapertura del tavolo.

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