SENZA STRANIERI SAREBBERO 285 MILA LE IMPRESE IN MENO

11 Gen 2011

 

SENZA STRANIERI SAREBBERO 285 MILA LE IMPRESE IN MENO

Secondo la Camera di Commercio di Milano, in dieci anni il sistema produttivo italiano sarebbe stato più povero senza il contributo delle imprese aperte da cittadini stranieri: sarebbero quasi 285 mila le imprese in meno, ovvero quasi 2 imprese su 3 (62%) nuove imprese attive tra il 2000 e il 2010 (pari a 455 mila). Dal 2000 al 2010 le imprese controllate da cittadini stranieri sono cresciute del 200,7%, rispetto a una crescita media del 9,4%, che scende al 3,6% se consideriamo le imprese con titolari italiani. In rosso sarebbero ben otto regioni (rispetto ad una di solo 2 anni fa): “il Piemonte registra ad esempio una crescita del 6,4% in dieci anni, che scenderebbe a –0,1% senza imprese straniere. Lo stesso accade per la Liguria (da +7% a –0,6%) e l’Emilia Romagna (da +5,5% a –1,4%). Devono ringraziare gli imprenditori nati all’estero anche la Basilicata, la Puglia, la Sicilia, le Marche e il Veneto. A queste si aggiungono 26 province (rispetto alle 21 del 2008): Ravenna, Imperia, Treviso, Rovigo, Prato, Pesaro e Urbino, Chieti, Caltanisetta, Bologna, Mantova, Verbano Cusio Ossola, Macerata, Forlì-Cesena, Arezzo, Savona, Catania, Vicenza, Vercelli, Piacenza, Ancona, Ascoli Piceno, Cremona, Benevento, Grosseto, Pistoia e Bari”.

Tra le prime venti province in cui l’incidenza delle imprese straniere è maggiore, anche le principali città del Paese: Roma, (al secondo posto, con un apporto delle imprese straniere pari al 12,4% del totale), Firenze al terzo (10%), Torino all’ottavo (8,3%), Genova al tredicesimo (7,7%), Milano al quindicesimo (7,7%). Prima per apporto Prato, in cui le imprese straniere rappresentano ormai oltre un quinto del totale”. Tra isettori, “il commercio avrebbe registrato in dieci anni una contrazione del 2,2%, che si trasforma in un +5,2% grazie alle imprese commerciali aperte dagli stranieri, mentre le costruzioni sarebbero aumentate del 26,2% rispetto al dato registrato del 42% (il commercio e le costruzioni sono i soli due settori direttamente confrontabili tra il 2000 e il 2010 a seguito delle modifiche avvenute sui codici ATECO)”.

Milano risulta prima in Italia per numero di imprese etniche (circa 40mila), seguita da Roma (circa 36mila) e Torino (oltre 21mila).

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Quasi metà Italia in rosso senza stranieri

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