IL GOVERNO DEL FARE HA VANIFICATO LA SICUREZZA NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI MODENESI

04 Feb 2011

Modena, 4 febbraio 2011

 

Nonostante i Sindacati di Polizia Penitenziaria abbiano più volte evidenziato la necessità di una maggiore attenzione verso gli istituti penitenziari modenesi si registra la continua latitanza del Governo, e in particolare del Ministro Alfano, per quanto attiene il potenziamento degli organici della polizia penitenziaria, ma soprattutto sul ripristino delle più elementari regole per la vivibilità dei detenuti.

I fatti dimostrano che non si è andati oltre gli annunci fatti in campagna elettorale al punto che oggi a fronte di 226 agenti previsti alla casa circondariale Sant’Anna che dovrebbero vigilare su 220          detenuti, gli agenti di polizia penitenziaria sono 170 mentre il numero dei detenuti è 484.        

La situazione non è diversa per la casa di lavoro di Saliceta San Giuliano dove pur essendo previsti  48 agenti sono presenti in 25 per una popolazione internata di 69 unità, oltre il 20% di quella prevista.

Il fatto che più rattrista è che mentre si annuncia l’imminente apertura di un nuovo padiglione al Sant’Anna che sicuramente ospiterà un numero doppio di quello previsto, non è dato conoscere alcun piano di assunzioni di agenti e di potenziamento degli organici negli istituti di reclusione modenesi.

Gli episodi di questi giorni (sono stati rinvenuti nel carcere telefonini, armi da taglio, e droga) sono l’effetto di un disastro annunciato, visto che alla disattenzione del Governo si aggiunge la sottovalutazione dimostrata palesemente in questi anni del rischio esistente.

E’ stato più volte dichiarato che Modena è diventata un territorio appetitoso per la malavita organizzata e la conferma è data  dal fatto che anche presso gli istituti di pena modenesi si sono registrati episodi a dir poco preoccupanti. L’operazione Medusa condotta nei mesi scorsi è stata la conferma più eclatante della pericolosità della situazione.

Un episodio non isolato visto che in questi giorni si è registrato lo sviluppo delle indagini di un altro preoccupante brutto affare al Sant’Anna.

Infatti all’interno dell’area preposta alle coltivazioni agrarie del carcere è stato scoperto dagli uomini della  polizia penitenziaria un’attività di caccia di frodo. 

Anche in questo caso gli agenti oltre al normale carico di lavoro per la vigilanza dei numerosissimi detenuti, si sono dovuti cimentare per alcuni mesi in un’attività investigativa per smascherare dei cacciatori di frodo che a quanto pare non sono esterni all’istituto.

“E’ strano – affermano i sindacalisti Luciano Ianigro Fp/Cgil, Raffaele Mininno Uilpolpen, Salvatore Panessidi Cnpp e Luigi De Troia Sinappe – che nei mesi scorsi tutto ciò sia passato inosservato da chi avrebbe dovuto avere il controllo della casa circondariale, così come continua a suscitare sorpresa il fatto che, in base a quanto si sta scoprendo, il controllo della legalità sia arrivato ad essere un problema di secondo piano. Speriamo, che possiamo presto registrare una diversa attenzione con l’insediamento della nuova dirigenza”.

Un auspicio che vale anche per la casa di lavoro di Saliceta con la richiesta di una apposito incontro con la direttrice.

“Oggi è sempre più difficile fare l’agente di polizia penitenziaria – aggiungono i sindacalisti – E’ diventato un mestiere che con sempre maggior frequenza costringe a prendere atto di casi di grave depressione”.

Con una frequenza ormai costante, i lavoratori che sono adibiti ai trasferimenti dei detenuti, a volte anche pericolosi, al termine del loro turno di lavoro ed in totale contrasto con i regolamenti, sono obbligati a svolgere prestazioni straordinarie nei reparti interni.

Al danno si aggiunge la beffa visto che con i tagli della finanziaria del Ministro Tremonti non ci sono neanche le risorse economiche per pagare gli straordinari.

Gli automezzi adibiti al trasporto dei detenuti hanno una età che va dai dieci ai venti anni, con un chilometraggio che oscilla tra i 150 e i 300 mila km, senza manutenzione e la speranza di veder consegnati nuovi automezzi più che vana.

Inoltro non va sottovalutato il fatto che la necessaria ristrutturazione degli edifici della casa circondariale di Sant’Anna non può essere avviata per l’impossibilità di trasferire parte dei detenuti in altre strutture. Detenuti che già oggi si trovano in situazione di sovraffollamento con problemi igienico-sanitari, a cominciare dalla sezione di transito dove sono 4 detenuti anziché 2 per stanza.

Una situazione che dovrebbero ben conoscere anche quei parlamentari modenesi che oggi si limitano a svolgere il ruolo di  osservatori, il cui preoccupante silenzio è la dimostrazione della volontà di non disturbare un Governo e i suoi Ministri che nei fatti stanno dimostrando la loro incapacità a gestire i reali problemi del Paese.

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