23 Feb 2011 mobilitazione, presidio, sciopero,
Modena, 23 febbraio 2011
Situazione ingovernabile alla “Bedini 1955” di Modena dove non ci sono più le condizioni minime necessarie per proseguire la produzione.
I rappresentanti della Fiom/Cgil insieme alla Rsu e ai lavoratori hanno deciso lo sciopero ad oltranza con presidio permanente davanti ai cancelli di via Olanda 100, fino a che non si troverà una soluzione che dia prospettive di futuro e tranquillità per tutti i lavoratori.
Infatti, i 21 addetti sono dallo scorso settembre in Cigs per crisi aziendale e a fronte dello smantellamento quasi quotidiano dell’azienda, si rendono conto dell’impossibilità di qualsiasi ripresa.
“Abbiamo notizia – spiega Massimo Valentini della Fiom/Cgil – che di notte vengono prelevati materiali e attrezzature dal capannone per essere portati altrove”.
In azienda non sussistono più le condizioni minime per proseguire l’attività – sia in termini di sicurezza che produttivi – i capannoni sono vuoti e questa condizione è stata accertata di recente anche da funzionari delle forze dell’ordine.
“L’azienda – aggiunge ancora il funzionario Fiom – dice il falso quando afferma che vi sono condizioni per lavorare e il sindacato sfida la proprietà a far entrare le telecamere e gli organi d’informazione per accertare le attuali condizioni. La fabbrica è un vero cimitero!”.
Un collaboratore dell’azienda, inoltre, è stato recentemente oggetto di gravi minacce al vaglio degli organi ispettivi competenti anche per individuarne le responsabilità.
Fiom e Rsu hanno incontrato la settimana scorsa l’assessore provinciale al Lavoro Ori che concorda sulla difficile situazione e auspica che nel minor tempo possibile siano attivati tutti gli strumenti di tutela sociale per garantire le migliori prospettive ai lavoratori e alle loro famiglie.
Nel pomeriggio di ieri Sindacato e RSU hanno incontrato i rappresentanti della Bedini Srl, la società in concordato preventivo che ha affittato la propria azienda alla Bedini 1955. Anche la società Bedini Srl non ritiene vi siano più le condizioni per mantenere in essere il contratto, visto che la Bedini 1955 è debitrice di oltre 120.000 euro ed è inadempiente verso importanti obbligazioni nascenti dal contratto.
La Bedini Srl si accinge a procedere giudizialmente nei confronti della Bedini 1955.
L’intenzione è quella di riportare tutta l’attività in Bedini Srl e arrivare gradualmente e in modo condiviso con i lavoratori alla cessazione dell’attività, contestualmente all’attivazione di tutti gli ammortizzatori sociali che diano le maggiori garanzie ai lavoratori.
Modena, 10 febbraio 2011
SCIOPERO ALLA BEDINI DI MODENA
A fronte del permanere dell’atteggiamento intransigente e indisponibile dell’azienda a mantenere gli impegni presi, i lavoratori della Bedini 1955 sono scesi in sciopero oggi per tutta la giornata con presidio davanti ai cancelli (via Olanda 100).
Oggi pomeriggio si uniranno al presidio anche i delegati delle Rsu di aziende modenesi quali Stilma Campogalliano, Safim, G.S.M., Lamieral e O.C.S. per portare la loro solidarietà.
Fiom/Cgil, Rsu e lavoratori da mesi sollecitano l’azienda a rispettare gli accordi sottoscritti lo scorso settembre, in particolare chiedono la rotazione fra i lavoratori in Cigs, correttezza e regolarità nei pagamenti delle mensilità e della tredicesima, dei versamenti dei contributi di previdenza integrativa. Chiedono inoltre il rispetto del pagamento di tutte le spettanze (compreso il Tfr) per l’addetto commerciale licenziato in tronco lo scorso aprile.
Se non arriveranno segnali concreti di apertura da parte dell’azienda con la volontà di rispettare i vari accordi siglati (l’ultimo a settembre presso la sede provinciale), sindacato e lavoratori sono pronti a mettere in campo iniziative di lotta ancora più radicali.

Modena, 8 febbraio 2011
SITUAZIONE TESA ALLA BEDINI 1955, L’AZIENDA NON RISPETTA GLI ACCORDI
Situazione nuovamente tesa alla Bedini 1955 di Modena, azienda metalmeccanica 21 addetti che produce impianti Gpl, metano per autoveicoli. Dopo mesi di mobilitazione e l’accordo faticosamente raggiunto a settembre scorso con la Fiom/Cgil e la Rsu presso la sede provinciale, l’azienda sta disattendendo a molti degli impegni sottoscritti.
Non viene rispettata la rotazione fra i dipendenti della Cigs aperta per 12 mesi per risanamento aziendale e salvaguardia dell’occupazione: l’80% dei dipendenti è a 0 ore da settembre 2010.
E’stato trattenuto indebitamente ad alcuni lavoratori il quinto dello stipendio che dovrebbe essere accreditato a istituti finanziari, mettendo tra l’altro questi lavoratori in difficoltà poiché a causa di tale atteggiamento non hanno potuto ricevere l’anticipo della Cigs da parte delle banche.
Da oltre un anno i contributi previdenziali integrativi trattenuti ai lavoratori non vengono versati regolarmente a Fondapi, così come le trattenute sindacali. La tredicesima di dicembre non è stata regolarmente pagata, il pagamento delle retribuzioni ha forti ritardi e l’azienda ha già annunciato che non pagherà gennaio.
Problematica molto sentita dai lavoratori è anche la nuova elaborazione delle busta paga, con errori negli importi, azzeramenti delle ferie e dei permessi.
Rispetto all’accordo sindacale per il rateizzo delle spettanze dovute all’addetto commerciale ingiustamente licenziato ad aprile scorso, l’azienda è da mesi inadempiente.
Contrariamente agli impegni assunti a settembre, di garantire continuità produttiva e occupazionale nello stabilimento modenese, l’azienda in questi ultimi mesi sta smantellando uffici amministrativi e linee di produzione trasferendoli nello stabilimento dello stesso imprenditore a Pomezia.
Dopo tanti mesi di mobilitazione e di speranza sul rispetto di accordi più volte disattesi e riconquistati ogni volta con pressioni sindacali, i lavoratori sono stanchi e non possono più accettare tali sopprusi.
Lavoratori e Rsu denunciano che l’affitto di ramo d’azienda della Bedini 1955 a seguito del concordato preventivo della Bedini Srl, sia solo un’operazione di facciata per svuotare lo stabilimento modenese e spostare tutta la produzione negli altri stabilimenti dell’imprenditore romano.
La Fiom e la Rsu chiedono il rispetto dell’accordo sottoscritto in tutte le sue parti, e in assenza di risposte sindacato e lavoratori saranno ancora una volta costretti ad iniziative di lotta.


