TRANSATLANTIC TRENDS: IMMIGRAZIONE 2010.

28 Feb 2011

 

TRANSATLANTIC TRENDS: IMMIGRAZIONE 2010.

I PRINCIPALI RISULTATI DELLA RICERCA

E’ stata presentata nelle settimane scorse la terza edizione dell’indagine Transatlantic Trends: Immigrazione (TTI). TTI tasta il polso dell’opinione pubblica in merito all’immigrazione sia nel Vecchio che nel Nuovo Continente. I paesi coinvolti nella ricerca 2010 sono Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Olanda e Spagna.

Oltre ad un’analisi comparativa dei dati relativi alla percezione dei vari guppi di immigrati, poiché nel 2010 molti dei Paesi analizzati erano ancora alle prese con gli effetti dirompenti della crisi economica, l’indagine si è incentrata quest’anno anche sull’economia e i suoi effetti sull’atteggiamento del pubblico. Transatlantic Trends: Immigrazione 2010 ha chiesto a nordamericani ed europei di rispondere a domande relative al mercato del lavoro, alla situazione economica contingente e alla percezione della situazione economica nazionale, così da valutare se e in che misura l’atteggiamento verso l’immigrazione sia cambiato alla luce delle difficoltà finanziarie mondiali.

L’indagine si è inoltre soffermata sulla questione dell’integrazione. Vista la rilevanza dell’argomento in Europa, agli intervistati sono state sottoposte domande volte a valutare il livello di integrazione dei vari gruppi di immigrati e dei figli degli immigrati, affrontando così, per la prima volta la questione degli immigrati di seconda

generazione.

Pubblichiamo di seguito i principali risultati della ricerca così come sintetizzati dagli stessi autori.

I principali risultati della ricerca

Immigrazione: problema o opportunità? Rispetto al 2008, anno di svolgimento della prima indagine, poco è cambiato nella percezione dell’immigrazione come problema od opportunità. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Spagna la maggioranza lo ritiene un problema, mentre in Francia, Germania, Olanda e Italia l’opinione pubblica resta divisa. In Canada continua a prevalere l’idea dell’immigrazione come opportunità.

Meno immigrati di quanto si creda. Rispetto al 2009, cresce ulteriormente il numero di intervistati che ritengono che la percentuale di immigrati presenti nel proprio Paese sia decisamente superiore rispetto alla realtà: nel 2010 infatti si registra un aumento negli Stati Uniti, dove gli intervistati ritengono che il 39% della popolazione sia immigrata, rispetto al 35% del 2009, quando in realtà il dato reale non arriva al 14%.

Le politiche per l’immigrazione lasciano a desiderare. In molti Paesi la gestione dell’immigrazione da parte dei governi non gode di grande favore. Negli Stati Uniti (73%), nel Regno Unito (70%), in Spagna (61%), Francia (58%) e Olanda (54%) l’opinione pubblica ritiene che i rispettivi governi non stiamo gestendo la questione dell’immigrazione in maniera efficace. Soltanto in Canada l’opinione pubblica è equamente divisa tra chi si dice soddisfatto (48%) e chi invece non lo è altrettanto (43%).

Il contatto diretto modifica la percezione. Tra gli europei che dichiarano di avere molti amici tra gli immigrati, il 68% nel 2010 ritiene che l’immigrazione arricchisca la cultura nazionale, opinione condivisa da appena il 40% degli europei che non hanno amici immigrati.

Difficoltà economiche e punti di vista. Tra gli europei disoccupati il 43% ritiene che gli immigrati portino via lavoro alla manodopera locale, contro una media europea del 35%. Negli Stati Uniti il 63% degli intervistati che dichiarano che la loro situazione finanziaria è peggiorata vede gli immigrati come una minaccia dal punto di vista dell’occupazione, rispetto a una media generale del 56%.

Una zavorra fiscale. In generale in tutti i Paesi la maggioranza, assoluta o relativa, degli intervistati ritiene che gli immigrati traggano maggiori benefici in termini di servizi sanitari e sociali rispetto al loro contributo in termini di tasse. Le percentuali più elevate si registrano in Spagna e negli Stati Uniti (67% in entrambi i casi).

L’Europa favorevole alla copertura sanitaria. In Europa continentale, dove la sanità è di regola pubblica, la maggioranza degli intervistati è favorevole a garantire agli immigrati sia regolari che clandestini accesso ai servizi sanitari e di emergenza.

Alle urne l’immigrazione resta l’ago della bilancia. Rispetto a due anni fa il numero degli intervistati che dichiarano che la posizione di un partito sul tema dell’immigrazione condiziona il loro voto alle urne è leggermente diminuito, passando dal 50% nel 2008 al 45% nel 2010. Nonostante tale diminuzione, nel Regno Unito il 63% dichiara che il proprio voto viene influenzato dalla posizione del partito sul tema dell’immigrazione, come il 67% degli americani, dato in aumento rispetto al 56% del 2008.

 IL COMUNICATO STAMPA

TRANSATLANTIC TRENDS. IL RAPPORTO

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