10 Mar 2011 flai, mobilitazione,
STOP CAPORALATO
AL VIA LA RACCOLTA DI FIRME DELLA CAMPAGNA FILLEA E FLAI PER CHIEDERE AL PARLAMENTO UNA LEGGE CONTRO IL CAPORALATO
Le categorie degli edili e dell’agro-industria della Cgil, Fillea e Flai, hanno dato il via dal 1 marzo, alla raccolta di adesioni a sostegno di una legge contro il caporalato e hanno lanciato il sito www.stopcaporalato.it, che contiene la proposta di legge del sindacato, i materiali della campagna, l’agenda delle iniziative sul territorio e il modulo di adesione.
L’avvio di questa campagna assume un valore particolarmente emblematico, e per questo è stato scelto il 1° marzo, giorno della mobilitazione dei lavoratori migranti in Italia promossa dal Comitato “Primo marzo”.
L’appello ha come primi firmatari il Segretario generale della Cgil Susanna Camusso e i Segretari generali di Fillea e Flai Walter Schiavella e Stefania Crogi.
Hanno, inoltre, già aderito il Procuratore generale ordinario della Cassazione Pier Luigi Vigna, il Presidente di Libera e Gruppo Abele don Luigi Ciotti, il Presidente della Fnsi Roberto Natale, la direttrice de L’Unità Concita De Gregorio e il portavoce dell’Associazione Articolo 21 Beppe Giulietti.
gRivolgiamo un appello alle istituzioni, alle associazioni professionali di categoria agricole ed imprenditoriali del settore dell’edilizia, al mondo del volontariato e dell’associazionismo, della cultura, dello spettacolo, dello sport e alle comunità straniere presenti in Italia, ai giovani e agli studenti, alla società civile tutta – affermano i Segretari generali di Fillea e Flai Walter Schiavella e Stefania Crogi – affinché si uniscano a noi per chiedere a gran voce che si approvi al più presto una legge che riconosca il caporalato un reato in quanto tale e che si prevedano pene e sanzioni adeguate alla gravità sociale ed economica in questo crimine, attualmente punito con una misera sanzione amministrativa”.
gSono anni – continuano i due Segretari – che denunciamo l’espandersi di questo fenomeno nei settori dell’edilizia e dell’agro-industria, dove centinaia di migliaia di lavoratori, italiani e migranti, sono sottoposti al ricatto ed allo sfruttamento da parte dei caporali al soldo delle organizzazioni criminali”.
Per Fillea e Flai sono più di mezzo milione i lavoratori sotto ricatto, privati di qualunque diritto, sfruttati e spesso ridotti in schiavitù. In gran parte sono migranti ma la crisi sta riportando nei mercati delle braccia anche i lavoratori italiani, dove una giornata di lavoro ormai si aggira intorno ai 25/30 euro.
gLa crisi economica sta rendendo questa zona oscura di irregolarità e sfruttamento, di assenza di diritti e di profitti criminali sempre più vasta ed incontrollabile – denunciano i sindacalisti – e possiamo dire con certezza che il fenomeno del caporalato, fino a qualche anno fa endemico solo in alcune zone del Mezzogiorno, oggi è una realtà radicata e strutturata su tutto il territorio nazionale”.