11 Apr 2011 sciopero,
IL 6 MAGGIO SI SCIOPERA.
ANCHE PER I DIRITTI DEI CITTADINI STRANIERI
di Mohcine El Arrag
La CGIL ha proclamato lo sciopero generale per il giorno 6 maggio. Lo ha proclamato per chiedere misure per il lavoro e lo sviluppo, per riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica degli accordi separati, per definire le regole della democrazia e della rappresentanza, riassorbire la disoccupazione, contrastare il precariato, estendere le protezioni sociali e ridare fiducia ai giovani, colpiti da una disoccupazione tra le più alte d’Europa e dalla precarietà. E nella piattaforma rivendicativa ci sono richieste anche per i cittadini stranieri, sui quali il governo scarica le sue inefficienze nel combattere la disoccupazione e contrastare il precariato usandoli “come capri espiatori”.
In particolare, la Cgil ripropone un provvedimento di regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, per combattere il lavoro nero e sommerso, considerando l’immigrazione come una risorsa per lo sviluppo; la riforma della cittadinanza, soprattutto per i nati in Italia e, inoltre, il diritto di voto amministrativo e una gestione positiva e più efficace dei flussi d’ingresso e dei ricongiungimenti familiari; la sospensione degli effetti della Bossi-Fini in caso di perdita di lavoro, “perché non è accettabile che i lavoratori immigrati (più di 2.300.000), che da anni lavorano in Italia (producendo circa il 10% del prodotto interno lordo), che mandano i loro figli a scuola per costruire il loro futuro in questo Paese, perdendo il lavoro, perdano anche il permesso di soggiorno”, diventando irregolari e a rischio di espulsione.
Il 6 maggio scioperiamo anche noi cittadini stranieri con la consapevolezza “che la difesa dei nostri diritti d’immigrati è possibile solo se rivendichiamo e difendiamo i diritti comuni a tutti”.
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L’astensione dal lavoro sarà di 4 ore per tutte le lavoratrici e i lavoratori.Sarà esteso all’intera giornata lavorativa per alcune categorie. Sono in programma numerose manifestazioni a livelo territoriale.
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