27 Apr 2011
La CGIL ha promosso insieme ad altre associazioni un appello rivolto al Parlamento, alla Commissione ed al Consiglio Europeo per sollecitare l’Europa ad assumere una politica organica e comune sull’immigrazione e per sostenere i processi di democratizzazione dei popoli del Nord Africa.
Si legge nell’appello: “L’Europa e’ di fronte ad un’occasione unica di sanare le storiche ferite che la dividono dai paesi del Maghreb, sostenendo la transizione democratica in atto. Ma assente come entita’ politica, in questi giorni cruciali l’Unione europea si mostra agli occhi del mondo divisa tra la diplomazia delle bombe di Sarkozy, la paranoia xenofoba del governo italiano e l’indifferenza tedesca”. Per questo i firmatari chiedono la definizione di una nuova strategia europea di vicinato per i paesi del Maghreb e di co-sviluppo equo e compatibile con i delicati equilibri ambientali per l’intera regione del Mediterraneo che comprenda:
1. Esercizio di pressioni politiche e diplomatiche dell’Unione europea per garantire il pieno rispetto delle domande e aspirazioni democratiche dei popoli del Maghreb.
2. Varo di una direttiva europea che preveda un permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro secondo criteri da stabilire in cooperazione con i Paesi del Maghreb, con il fine di creare un canale semplice, legale e unitario per i cittadini nordafricani interessati a lavorare o studiare all’interno dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla mobilita’ e nella piena consapevolezza del contributo dei migranti alla sostenibilita’ dei sistemi sociali europei.
3. Obbligo al rispetto assoluto del principio del non respingimento e sviluppo di standard minimi vincolanti per tutti i paesi europei sul trattamento dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari, atti a garantire il pieno rispetto della dignita’ di ogni essere umano.
4. Ratifica europea della Convenzione dell’Onu sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, approvata dall’Assemblea delle Nazioni unite il 18/12/1990 ed entrata in vigore nel 2003 ma non ancora ratificata da alcun paese dell’Ue.
5. Sostituzione del regolamento di Dublino con una vera politica europea di accoglienza dei richiedenti asilo, come auspicato dalle istituzioni europee nel Programma di Stoccolma. 6. Superamento del legame tra cittadinanza e nazionalita’ – che esclude milioni di immigrati dai diritti politici, sociali e civili – al fine di fondare la cittadinanza europea sulla residenza. 7. Rilancio di una politica europea di aiuto allo sviluppo che razionalizzi l’impiego delle risorse nazionali mettendo in piedi un piano per il nord Africa finalizzato allo sviluppo agricolo, alla gestione comune di acqua ed energie alternative e all’integrazione economica e politica dell’area, dando un impulso unitario a progetti a rilancio dell’economia dei paesi del Maghreb e a sostegno della transizione democratica in atto.
8. Creazione di uno strumento diretto di finanziamento per giovani maghrebini per incentivare l’avvio di nuove iniziative economiche o cooperative sul territorio.
9. Infine, la convocazione di una Convenzione Euromediterranea, aperta alla società civile, con il mandato di stendere una bozza di accordo che avvii un processo di allargamento dell’area di libera circolazione ai Paesi del mediterraneo con il consenso di tutte le parti.
PER SAPERNE DI PIU’ E FIRMARE L’APPELLO: