10 Giu 2011
PER IL PIENO GODIMENTO DEI PROPRI DIRITTI
di Arturo Ghinelli
La CGIL,insieme al patronato INCA e in collaborazione con la Federconsumatori ha impugnato due “class action” contro il Ministero degli Interni
-sulla concessione della cittadinanza perché nonostante la legge preveda la conclusione entro due anni dalla richiesta, vengono sistematicamente violati i termini massimi e passano 3 o 4 anni senza riscontro;
-sul riconoscimento dello status di soggiornante di lungo periodo (carta di soggiorno) perchè con l’azione collettiva si vuole combattere la disomogeneità del rilascio nei vari contesti territoriali.
La vita dell’immigrato, anche se formalmente regolare, a causa dei ritardi e della disomogeneità delle procedure, appare perennemente sospesa in una condizione di attesa e mai in una situazione di pieno e legittimo godimento dei propri diritti. Anche con le “class action” si vuole modificare questo stato delle cose.
In cosa consiste la”class action”? E’ un atto di diffida a cui il Ministero è tenuto a rispondere entro 90 giorni dal ricevimento. Alla scadenza, se l’Amministrazione non risponde o il disservizio non viene eliminato, può essere promossa, nel termine di un anno, la vera e propria azione di classe in sede giurisdizionale innanzi al TAR( Tribunale Amministrativo Regionale). La sua importanza sta nel fatto, come ha sottolineato Morena Piccinini, presidente dell’INCA,” che il singolo cittadino non è solo nell’affrontare le difficoltà”.
Due “class action” pilota dunque, che, partendo da storie singole, si propongono il bene di tutti gli immigrati che potrebbero trovarsi nelle stesse situazioni.