29 Ago 2011 flai,
La manovra di Ferragosto istituisce il reato di caporalato. E’ un provvedimento che è stato sollecitato soprattutto dalle categorie dell’agricoltura e dell’edilizia della Cgil, Flai e Fillea, le quali hanno dato vita alla campagna ‘Stop al caporalato’, in corso da mesi.
Il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro viene istituito con l’articolo 12 del Titolo III della manovra dedicato alle “Misure a sostegno dell’occupazione”. L’articolo recepisce parte del disegno di legge contro il caporalato presentato a luglio dal Partito Democratico e sottoscritto anche da parlamentari della maggioranza. Per la precisione, recepisce così com’è l’articolo 4 (e solo l’articolo 4), che introduce il 603-bis del codice penale (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro). Il 603-bis punisce con la reclusione da cinque a otto anni e con la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore impiegato, chiunque svolga un’attivita` organizzata di intermediazione, reclutando manodopera o organizzandone l’attivita` lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia o intimidazione, approfittando dello stato di bisogno o di necessita` del lavoratore.
Il secondo comma dello stesso articolo 603-bis stabilisce, quale indice di sfruttamento, la sussistenza di una o piu` delle circostanze in esso elencate. Viene introdotto, inoltre, l’articolo 603-ter del codice penale configurante le pene accessorie applicabili.
Rimangono esclusi dal recepimento altri articoli che prevedono, tra l’altro, l’arresto in flagranza, la confisca di beni e sanzioni pecuniarie.
Sarebbero almeno 550 mila i lavoratori nelle mani dei caporali e oltre 800 mila i lavoratori in nero. E “la crisi economica sta rendendo questa zona oscura di irregolarita` e sfruttamento, di assenza di diritti e di profitti criminali, sempre piu` vasta ed incontrollabile”. E’ un fenomeno che non riguarda solo il Mezzogiorno, ma è radicato e strutturato su tutto il territorio nazionale. La legge non basterà a sconfiggerlo se non sarà affiancata da un più efficace sistema di ispezioni e dalla promozione di un diffusa cultura della legalità. E soprattutto da meccanismi di garanzia e tutela degli irregolari che denunciano i loro sfruttatori.
Un’ombra grava sul provvedimento. La possibilità prevista dalla stessa manovra di derogare ai contratti nazionali.