29 Ago 2011
Sono oltre 400mila gli imprenditori stranieri censiti a giugno, uno su dieci. Questo è il dato principale di uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati Infocamere. Mentre si registra un calo degli imprenditori italiani (-1,4% nell’arco di un anno; -0,9% solo nell’ultimo semestre), a giugno 2011 gli imprenditori stranieri sono aumentati del 5,7% in un anno (di cui il 3,0% solo nei primi sei mesi dell’anno) e del 38,6% negli ultimi cinque anni.
Sono cresciuti soprattutto nel commercio, nelle costruzioni e nella manifattura, dove, rispettivamente, sono attivi il 36,0%, il 29,2% e il 9,1% del totale degli imprenditori. Nelle costruzioni, in particolare, su dieci imprenditori, quasi due sono stranieri (17,5%). “In quanto a dinamiche, nell’ultimo anno il numero di imprenditori nati all’estero è cresciuto in particolare nei settori dove la presenza degli imprenditori stranieri è ancora marginale: si tratta dei comparti del noleggio e supporto alle imprese (+10,4%), della sanità e assistenza sociale (+9,5%), delle attività professionali (+9,5%), dell’alloggio e ristorazione (8,8%) e nel comparto manifatturiero della meccanica (+7,8%). Per quanto riguarda commercio e costruzioni la variazione annua si attesta, rispettivamente, al 6,1% e al 5,4%”.
Le nazionalità più rappresentate sono la marocchina (13,6%), la rumena (11,1%), la cinese (10,8%), l’albanese (7,8%) e la svizzera (5,3%). “Nell’ultimo anno sono aumentati in particolare gli imprenditori provenienti dal Bangladesh (+17,7%) e dalla Romania (+10,3%), per i quali si registra inoltre negli ultimi cinque anni una crescita, rispettivamente, del 118,9% e del 148,4%”.
La metà degli imprenditori stranieri sono concentrati in venti provincie. Roma ne raccoglie l’8% (32.232), Milano il 6,8% (27.439) e Torino il 5,1% (20.652). “Il peso degli stranieri sul totale degli imprenditori è maggiore a Prato, dove un imprenditore ogni quattro è straniero, seguito da Trieste (16,9%), Firenze (15,2%) e Roma (14,8%)”.
Rilevante la presenza femminile: una donna ogni quattro imprenditori. In particolare in agricoltura le donne sono il 51,3%, il 35,0% nella manifattura, il 26,3% nel commercio, il 47,1% nell’alloggio e ristorazione e il 35,9% nel noleggio e supporto alle imprese.” Le imprenditrici cinesi costituiscono il 43,6% del totale degli imprenditori nati in Cina. A livello provinciale a Prato e Napoli si registra l’incidenza più alta, rispettivamente il 34,8% e il 31,3%”.
” Gli imprenditori stranieri” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “si dimostrano essere veri e propri attori dello sviluppo, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, che ha visto aumentare la loro numerosità a scapito delle figure imprenditoriali di origine italiana. La buona vivacità imprenditoriale, dimostrata anche nella prima parte dell’anno, fa riflettere sul loro grado di integrazione nel tessuto economico e sociale del Paese: diventare imprenditore significa prevedere progetti di investimento economico di lungo periodo, significa inserirsi all’interno di una rete di rapporti lavorativi e umani che prevedono una conoscenza approfondita del mercato nel quale si opera. La presenza di imprese condotte da stranieri sarà sempre più capillare nel tessuto imprenditoriale nazionale: per questo motivo il fenomeno deve essere adeguatamente governato, non solo per consentire agli immigrati i medesimi strumenti di sviluppo economico offerto agli italiani (si pensi all’accesso al credito e al sussidio agli investimenti), ma anche per garantire una concorrenza realmente leale tra tutti gli attori che operano nei mercati”.
Per saperne di più: http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/2011/08/57-laumento-degli-imprenditori-stranieri-in-italia/