28 Set 2011
di Arturo Ghinelli
Già si sapeva che gli insediamenti degli immigrati non sono concentrati solo nelle grandi città Roma,Milano ma sono presenti in modo diffuso anche nei piccoli centri. Tuttavia l’indagine della Fondazione Leone Moressa è come al solito puntuale perché ci permette di avere i dati precisi del fenomeno. Impariamo così che in Emilia Romagna per peso dei residenti stranieri sui residenti totali,i tre comuni che hanno le percentuali maggiori sono Castel S.Giovanni 20,3%,Novi di Modena 17,4% e Reggio Emilia 17,0%. Del resto Castel S.Giovanni ha il 41,0%dei nati che è figlio di stranieri. A Novi di Modena la percentuale dei nati figli di stranieri è stata del 51,4%,perciò ha superato la percentuale di nati italiani. Massa Lombarda con il 40,8% affianca Castel S.Giovanni.
“L’alta presenza di stranieri nei comuni italiani” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “mostra come nel Nord vi sia una maggiore concentrazione di immigrati che, oltre aver trovato in queste aree più opportunità occupazionali, decidono di stabilirvisi allargando il proprio nucleo familiare. E’ proprio in queste aree che si registrano le maggiori nascite da coppie straniere. E’ ancora difficile giungere a conclusioni simili per quanto riguarda il Sud Italia e le Isole dove, sebbene la presenza degli stranieri sia in forte crescita,si registrano valori ancora poco significativi” Infatti si osserva come al Sud dal 1 gennaio 2010 al 1 gennaio 2011 le dinamiche di crescita della popolazione straniera siano più intense:Santa Maria la Carità(in Campania)è il comune che ha visto aumentare maggiormente il numero dei propri stranieri residenti(+44,6%),seguito da Guspini(Sardegna)con il 45,2% e di San Pietro Vernotico(Puglia)con il 42,4%. I comuni del Nord contemporaneamente continuano a crescere ma con un trend più rallentato:il primo comune lombardo(Cornaredo)ha visto aumentare il numero dei propri stranieri del 20% e quello veneto(Porto Tolle)del 17,9%. Sia al Sud che al Nord comunque queste presenze sono una occasione per ripartire.Come i sindaci di due piccoli comuni che hanno riaperto la scuola che stava per chiudere perché sono arrivati alunni indiani nelle campagne lombarde lungo le sponde del fiume Oglio,e piccoli rifugiati del Kurdistan e dell’Afghanistan sull’Appennino Calabrese.
PER SAPERNE DI PIU’: LO STUDIO DELLA FONDAZIONE LEONE MORESSA