28 Set 2011
Si conferma anche nel 2010 il contributo dei residenti stranieri alla crescita demografica dell’Italia. Senza di essi l’Italia sarebbe un Paese con popolazione in diminuzione: nel 2010, infatti, i cittadini italiani diminuiscono di oltre 49 mila unità. L’incremento della popolazione complessivamente residente nel nostro paese (italiani e stranieri), che da 60.340.328 al 1° gennaio 2010 passa a 60.626.442 al 1° gennaio 2011, è dovuto interamente alla dinamica naturale e migratoria dei residenti stranieri sopra descritta. In particolare, il saldo naturale della popolazione straniera (+72.958 unità) compensa in buona parte il saldo naturale negativo dei residenti di cittadinanza italiana (-98.502 unità). Lo si legge nel report con il quale l’Istat fotografa statisticamente la popolazione straniera residente in Italia.
La componente principale dell’incremento degli stranieri residenti in Italia è rappresentata dagli iscritti in anagrafe provenienti dall’estero: nel 2010 sono stati 424.499, il 4,4% in più rispetto all’anno precedente. L’altra componente è rappresentata dai 78.082 nati in Italia da genitori stranieri, che costituiscono il 13,9% del totale dei nati residenti e sono in leggero aumento (+1,3%) rispetto al 2009. Si tratta di un incremento inferiore a quello registrato tra il 2009 e il 2008 e inferiore anche all’incremento fatto registrare dalla popolazione straniera nel suo complesso (+7,9%). Va segnalato che questo significativo rallentamento nell’incremento delle nascite di bambini stranieri avviene all’interno dell’attuale quadro economico congiunturale, decisamente sfavorevole.
Sono 4.570.317 gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2011, 335 mila in più rispetto all’anno precedente (+7,9%). L’incremento è leggermente inferiore a quello registrato nel 2009 (343 mila unità).
Come già scritto, il numero degli stranieri residenti nel corso 2010 è cresciuto soprattutto per effetto dell’immigrazione dall’estero (425 mila individui).
La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare: al 1° gennaio 2011 è salita al 7,5% dal 7% registrato un anno prima.
L’86,5% degli stranieri risiede nel Nord e nel Centro del Paese, il restante 13,5% nel Mezzogiorno. Gli incrementi maggiori della presenza straniera rispetto all’anno precedente, anche nel 2010, si sono manifestati nel Sud (+11,5%) e nelle Isole (+11,9%).
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A livello regionale le differenze di cui sopra si manifestano in modo ancora più evidente: l’incidenza assume valore massimo in Emilia-Romagna, dove la popolazione straniera rappresenta l’11,3% del totale dei residenti, in Lombardia (10,7%) e Veneto (10,2%). Al Centro i livelli sono leggermente più contenuti, ma spicca l’Umbria, dove il tasso è pari all’11,0%. Nel Mezzogiorno il valore più alto della media della ripartizione è quello relativo all’Abruzzo (6,0%).
Scendendo ulteriormente nel dettaglio territoriale, si notano livelli particolarmente elevati dell’incidenza della popolazione straniera in alcune province del Nord, dove su dieci cittadini residenti, almeno uno è di cittadinanza straniera. Si tratta delle province di Brescia (13,6%), di Piacenza, Reggio nell’Emilia, Mantova, Modena (tutte province con valori intorno al 13%), Parma, Verona, Treviso, Pordenone (per le quali i valori superano l’11%). Al Centro, oltre alla provincia di Prato (13,6%) che presenta un valore dell’incidenza pari a quello di Brescia, spiccano Perugia e Macerata (intorno all’11%). Nel Mezzogiorno i valori più elevati sono quelli delle province di Teramo (7,6%), l’Aquila (7,1%), Ragusa (6,6%) e Olbia-Tempio (6,5%).
Al 1° gennaio 2011 i cittadini rumeni, con quasi un milione di residenti (9,1% in più rispetto all’anno precedente), rappresentano la comunità straniera prevalente in Italia (21,2% sul totale degli stranieri).
Nel corso del 2010 è cresciuto il numero dei cittadini dei Paesi dell’Europa centro-orientale (sia Ue sia non Ue): oltre alla già citata Romania, soprattutto Moldova (+24,0%), Federazione Russa (+18,3%), Ucraina (+15,3%) e Bulgaria (+11,1%).
Anche i cittadini dei Paesi del sud est asiatico hanno fatto registrare incrementi importanti: Pakistan (+16,7%), India (+14,3%), Bangladesh (+11,5%), Filippine (+8,6%), Sri- Lanka (+7,6%). L’elevata crescita che ha interessato queste comunità è legata, tra l’altro, agli effetti dell’ultima regolarizzazione di colf e badanti, svoltasi nell’ultima parte dell’anno 2009, i cui effetti in termini di iscrizioni anagrafiche si sono fatti sentire maggiormente nel corso del 2010.
Nel corso del 2010, 65.938 cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana. Le acquisizioni di cittadinanza sono aumentate dell’11,1% rispetto all’anno precedente. Esse comportano, ovviamente, una diminuzione della popolazione straniera residente. Tra i nuovi cittadini italiani sono più numerose le donne, poiché i matrimoni misti, che rappresentano una modalità molto frequente di acquisizione della cittadinanza, si celebrano prevalentemente fra donne straniere e uomini italiani.
Stranieri residenti in Italia – 22_set_2011 – Testo integrale[1]
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