07 Ott 2011
Sassuolo, 7 ottobre 2011
Il Comune di Sassuolo, come altri Comuni , ha deliberato la vendita di circa 246 mila azioni Hera di sua proprietà (non vincolate dal patto di sindacato e acquistabili con diritto di prelazione dagli altro soci di HSST) allo scopo di far fronte , almeno in parte, alle conseguenze dovute alle manovre di Tremonti ed alle minori risorse disponibili.
Questa scelta, ricordato che i Comuni vi sono in parte costretti dal continuo venir meno di risorse loro attribuite dallo Stato e dall’esigenza di far cassa per garantire la sopravvivenza di qualche servizio ( e qui avrebbe fatto bene il Comune di Sassuolo a protestare, assieme a tutti gli altri Comuni, contro la manovra ) , è sbagliata nel merito perchè:
– le azioni di Hera Spa inglobano un diritto di proprietà su tutti i servizi resi da Hera , compreso quindi il Servizio Idrico Integrato (SII).
– I cittadini, col voto al referendum sull’acqua , hanno chiesto – con l’abrogazione contemporanea dell’art.23 bis D.L. n.112/2008 e dell’art.154, I Comma, D.Lgs 152/2006, sull’adeguata remunerazione del capitale – una gestione pubblica del SII.
– ne deriva che vendere al miglior acquirente sul mercato titoli di proprietà riguardanti in tutto od in parte il SII non risulta compatibile, oggi,col voto di giugno (soprattutto se a comprare fosse un privato) ;
– Economicamente poi, più che di vendita, oggi, si dovrebbe parlare di svendita di titoli da parte del Comune di Sassuolo, dati gli andamenti della Borsa valori.
I cittadini hanno chiesto, sostanzialmente, una ripubblicizzazione della gestione del S.I.I., e tale richiesta è rimasta sinora senza alcuna risposta corretta da parte di Governo, Parlamento e Comuni proprietari di Hera spa .
Le difficoltà normative sorte , dopo il voto di giugno, per il governo del settore idrico sono state causate da Governo e Parlamento, che avrebbero dovuto provvedere ad una nuova legislazione rendendola coerente col risultato del voto stesso. La legge di iniziativa popolare presentata dai movimenti per l’acqua pubblica risponderebbe bene a questa esigenza; anche altre opzioni possono essere pensate, purchè in grado di rispondere ai quesiti sul finanziamento del S.I.I. , sul sistema tariffario, sull’adozione di forme gestionali pubbliche consortili almeno provinciali (superando rigidità presenti nella normativa comunitaria) .
Le norme sulla liberalizzazione–privatizzazione introdotte da Tremonti nella manovra
esprimono invece , nella sostanza se non nella forma, scelte antitetiche alla volontà espressa nel voto di giugno dai cittadini .
Sarebbe bene , preso atto delle conseguenze del voto (1- non c’è più l’obbligo di collocare sul mercato quote di capitale delle società pubbliche affidatarie di S.P.L.-servizi pubblici locali ,2- viene restituita ai Comuni la libertà di autorganizzarsi sancita dal Trattato UE e dalla Corte di Giustizia, col diritto quindi di auto-produrre uno o più servizi pubblici locali senza ricorrere al mercato, una volta scaduti gli affidamenti in corso, 3- viene confermato che la gestione del S.I.I. deve rispettare i criteri tecnici organizzativi dettati dall’art. 147 del Decreto Ambiente), che i Comuni, e Sassuolo tra questi, non assumessero decisioni contrarie alla volontà popolare.
Chiediamo quindi al Comune di Sassuolo, a nome dei cittadini che hanno votato Si al referendum sull’acqua, di non procedere alla vendita già deliberata delle azioni Hera , di insistere invece , assieme agli altri comuni italiani, perchè Governo e Parlamento realizzino al più presto le riforme legislative coerenti col risultato del referendum ed affinché più risorse siano destinate agli enti locali.
Mauro Sentimenti
per il comitato sassolese a sostegno del voto SI al referendum acqua pubblica