10 Ott 2011
Erbil (Iraq), 10 ottobre 2011- Rivediamo con piacere Hassan H. Jumma segretario generale del sindacato dei lavoratori del petrolio iracheno (Guoe) che abbiamo conosciuto a Modena, ospite della Cgil nel corso di due incontri nel febbraio 2006 e nell’aprile 2009. Hassan Jumma sintetizza i gravissimi ostacoli che ancora oggi persistono e bloccano la libertà di espressione e di organizzazione sindacale dei lavoratori in Iraq.
Purtroppo, ci dice, da questo punto di vista poco o nulla è cambiato rispetto l’immediato dopoguerra.
La regolamentazione che ostacola l’agibilità nei posti di lavoro e nella società, è rimasta immutata in questi anni, dopo la guerra di invasione del 2003, ed è dettata ancora dalle norme imposte dal regime di Saddam, mirate al duro controllo e all’intimidazione delle forme di libera organizzazione dei lavoratori.
Ora come allora, c’è un “sindacato unico” formalmente riconosciuto ed amico del Governo, accanto a numerose cellule sindacali che faticosamente e pericolosamente si organizzano e cercano di resistere all’interno di spazi informali, specie nei settori più forti della chimica, del petrolio e dei trasporti.
L’appello che viene rivolto qui, alle presenze internazionali di questa 3° Conferenza Internazionale di solidarietà con la società civile dell’Iraq, è pressante affinché si agisca – attraverso l’azione di pressione dei Governi nazionali, del Consiglio d’Europa e dell’Organizzazione Mondiale dei Sindacati – sull’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) e si determini una decisa apertura e l’allargamento dei diritti e delle libertà sostanziali.
Tutti i Governi europei, ultimo il nostro ministro dell’Industria Romani in visita due giorni fa proprio qui ad Erbil, cercano di stringere rapporti economici e di forniture energetiche con l’Iraq, ma si continua a dar per scontato che la “guerra è finita da poco ma non i rischi” e perciò le libertà possono aspettare, in particolare quelle di espressione, di stampa e di libera organizzazione dei lavoratori e dei disoccupati.
La 3° Conferenza in corso, tenta invece di rovesciare il binomio: senza una effettiva apertura e valorizzazione degli spazi di democrazia e delle libertà per la società civile, continueranno a prevalere le vecchie logiche dei clan e delle sette, aggravate dalla corruzione dilagante e dagli agguati violenti che imperversano ed intimidiscono ogni crescita critica.
Appelli rivolti a noi “occidentali”, fortemente sostenuti però da impegni che questo intero forum della società civile irachena assume.
Organizzazioni giovanili, sindacati, associazioni per i diritti delle donne, giornalisti indipendenti e docenti, confluiti dalle tre regioni dell’Iraq, si ripropongono – per i prossimi mesi – obiettivi forti e basilari che a noi, sempre un po’ sprovveduti, appaiono elementari:
– abolizione dei controlli e delle censure di fatto sulla libertà di stampa;
– abolizione della vecchia legislazione, ancora risalente alla dittatura di Saddam, sui divieti arbitrari di libera organizzazione sindacale;
– libere elezioni dei rappresentanti dei lavoratori con la tutela garante delle associazioni della società civile;
– diritto di riunione e di pubblica manifestazione non violenta;
– parità di diritti per le donne e reale eguaglianza in ogni espressione della vita civile, sociale e privata;
– cessazione e controllo sulle innumerevoli forme di violenza ed intimidazione.
Hassan Jumma si ferma qui, non vuole prolungare inutilmente l’elenco e spaziare oltre sui drammatici problemi della ricostruzione civile e materiale dell’Iraq. Promette di ritornare in Italia, ospite prossimamente dei nostri sindacati dell’industria chimica e, in quella occasione, ritornare a Modena con la speranza di poterci raccontare qualche segno positivo e concreto di evoluzione e fuoriuscita dalla crisi e dalla paura.
Franco Zavatti, Nexus Cgil Emilia Romagna