PROROGATI I PERMESSI PER MOTIVI UMANITARI. LA CGIL: “DECISIONE GIUSTA”

13 Ott 2011

 Alla fine il buon senso ha prevalso e il Governo ha prorogato di altri sei mesi la durata dei permessi di soggiorno per motivi umanitari concessi ad aprile a circa 11 mila tunisini. La proroga, arrivata con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 ottobre 2011, ha evitato che altri irregolari si aggiungessero a quelli già presenti sul territorio nazionale. Di “decisione giusta” parla, tra gli altri, Piero Soldini, responsabile immigrazione per la Cgil nazionale. Soldini si sofferma anche sulla situazione dei richiedenti asilo, “sbattuti per mesi nei centri, in attesa della risposta delle commissioni territoriali che non arriva mai”, e chiede che fine ha fatto il provvedimento promesso dal sottosegretario Mantovano per portare da 12 a 14 le commissioni territoriali”. La gestione dei Centri, affidata alla protezione civile, spiega Soldini,“continua ad essere disastrosa, si susseguono le rivolte perché ai richiedenti asilo non viene assicurata l’assistenza minima, prevista dalla legge, ed i centri continuano ad essere off limits, per tutti, compresi i giornalisti”, nonostante il Senato “il 2 agosto abbia approvato una mozione che invita il Ministro dell’Interno a ritirare la circolare del 1° aprile”.

“Gravissima” è per il sindacalista della Cgil “la decisione di Maroni di dichiarare insicuro il porto di Lampedusa. Infatti, Soldini sottolinea come, da parte del ministro, dopo aver fomentato sistematicamente il caos e la tensione sull’isola, sia “aberrante la decisione di trasferire gli immigrati irregolari sulle navi della Grimaldi, trasformate in galere galleggianti che, oltretutto – dice – costano cifre astronomiche e stanno bruciando in poche settimane qualche centinaio di milioni di euro”.

Secondo Soldini il governo sta “dilapidando risorse con l’obiettivo d’imporre alla Libia del dopo Gheddafy ed alla Tunisia del dopo Ben Aly, gli stessi accordi vergognosi sottoscritti con i dittatori”, quando invece spiega “ci sarebbe bisogno di un Piano serio di accoglienza e di rinegoziare intese bilaterali con i Paesi del Nord Africa sulla base della direttiva Europea sui rimpatri assistiti e mettere al bando le pratiche illegali dei rimpatri massivi forzosi e i respingimenti”.

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