RAPPORTO SULLA POVERTA' CARITAS-ZANCAN/IMPARARE DALLE BADANTI E APPLICARE LA COSTITUZIONE

25 Ott 2011

 

IMPARARE DALLE BADANTI E APPLICARE LA COSTITUZIONE 

di Arturo Ghinelli

E’ un titolo fortemente significativo quello che è stato dato all’XI° Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia (“Poveri di diritti”ed.Il Mulino; è già in libreria).Un titolo che nasce dalla considerazione che alle persone che vivono in povertà si pensa solo in termini di insufficienti risorse economiche, ignorando che esiste tutta una serie di altre privazioni che peggiorano lo stato di precarietà e ne impediscono il superamento. Il diritto alla casa, al lavoro,alla famiglia, all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alla giustizia – tutti formalmente tutelati dalla nostra Costituzione- sono i primi ad essere messi in discussione e negati. Infatti la povertà non è soltanto privazione di mezzi economici, ma anche privazione sostanziale di diritti-doveri che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini. Invece oggi pare prevalere una sottocultura che considera la povertà una realtà fisiologica della società, assolutamente ineliminabile, attenuabile solo con la libera solidarietà della società civile. Invece è lo Stato l’unica realtà che ha il potere e il dovere di assicurare a tutti la cittadinanza piena, di garantire i diritti delle persone. La povertà è collegata con l’occupazione, l’abitazione, le politiche familiari, il fisco, il sistema pensionistico che esulano dalle competenze di qualsiasi organismo privato di solidarietà. Solo all’interno di un progetto organico, comprendente anche la prevenzione e il superamento delle cause, la povertà può trovare una soluzione. Se l’Amministrazione pubblica se ne disinteressa dimostra di non voler perseguire il “Bene comune”, che è tale solo se è il bene di tutti e di ciascuno,come hanno dimostrato i cittadini con il recente referendum, ed esige, di conseguenza, un’attenzione privilegiata per i più deboli. L’art.3 della Costituzione parla di “pari dignità sociale…senza distinzione di…condizioni personali e sociali”;inoltre impegna la”Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano tale eguaglianza”. E’ ridicolo parlare di uguaglianza e di pari dignità, in un Paese dove il 10% della popolazione possiede il 48% della ricchezza, mentre milioni di cittadini possono contare su di un reddito di 500 euro e dove una famiglia su 4 ha difficoltà a coprire persino le spese alimentari. Aumentano e non sono più solo stranieri i milioni di persone che hanno la netta sensazione di essere cittadini di serie B. In media il 70% delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto della Caritas è straniero. Il Rapporto denuncia il crescere di una “nuova povertà” degli stranieri. La crisi economica ha colpito duramente gli immigrati determinando cambiamento e ripensamento dei progetti migratori, con rottura e separazione fisica dei nuclei familiari. La povertà si diffonde anche nei contesti di vecchia immigrazione, con particolare riferimento alla situazione delle famiglie che sono riuscite a riunificare il proprio nucleo: la famiglia è cresciuta, perciò sono aumentate le esigenze come le spese scolastiche, la necessità di un’abitazione più ampia, e le aumentate esigenze suscitano nuovi disagi anche in chi è arrivato da molto tempo. A tutto questo si aggiunge la crisi della scuola, verso la quale i giovani e le famiglie nutrono sempre meno fiducia. La carenza di capitale formativo rappresenta una delle principali cause di povertà: non dimentichiamo infatti che il 66,4% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto dispone di un livello medio basso di istruzione, sicuramente inferiore agli standard minimi formativi europei. Del resto è un cane che si morde la coda: infatti una generazione sempre meno convinta dell’importanza della formazione, sarà una generazione sempre più esposta alla povertà e alla esclusione sociale.

Che fare? L’applicazione della legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale e l’individuazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza) dove riequilibrare le risorse che attualmente vivono un paradosso: dove c’è più bisogno c’è anche meno capacità economica di affrontarlo, dove c’è meno bisogno si danno più soldi. Secondo il Rapporto un modo di aumentare il rendimento delle risorse è la professionalizzazione dell’aiuto. Imparare delle badanti,che quotidianamente si occupano di persone non autosufficienti:erano povere e disperate,costrette a lasciare la casa e il paese d’origine,si sono inventate una professione e le risorse private e pubbliche sono diventate lavoro organizzato. In questo modo si è realizzata una doppia innovazione del welfare. Non so se questa sarà la soluzione, so di certo che uno stato che priva milioni di persone di diritti essenziali che toccano lo sviluppo della persona e l’esercizio della cittadinanza attiva è da considerare una società malata sotto il profilo etico e incompiuta sotto il profilo democratico.

RAPPORTO SULLA POVERTA’ CARITAS-ZANCAN/POVERI DI DIRITTI

XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia a cura di Caritas Italiana –Fondazione Zancan

Scheda a cura di Arturo Ghinelli

Nel 2010 8milioni e 272 mila persone erano povere(13,8%)contro i 7,810 milioni del 2009.

Povertà e vulnerabilità economica degli immigrati.

  • Secondo dati ISTAT,il 19,9%delle famiglie straniere si trova in situazione di grave deprivazione materiale(contro il 6%di quelle italiane);
  • il 60,1%delle famiglie straniere non è in grado di sostenere una spesa improvvisa di750€ contro il 31,4% di quelle italiane;
  • il tasso di disoccupazione degli immigrati ha raggiunto l’11,6%(11,2%nel 2009)
  • i redditi degli immigrati sono intorno ai 12 mila euro l’anno,inferiori di circa un terzo al reddito medio dei lavoratori italiani;
  • secondo il parere di un campione di operatori Caritas,emerge una situazione di forte disagio per gli stranieri da soli in Italia,di sesso maschile,di età compresa tra i 25 e 44 anni;
  • le principali voci di bisogno degli stranieri che si rivolgono alla Caritas si riferiscono a problemi occupazionali(66,4%)e a situazioni di povertà economica(62,5%)
  • rilevanti i problemi abitativi,che riguardano il 24,7% degli stranieri(21,6%degli italiani);
  • da segnalare poi la presenza di vari problemi legati al percorso migratorio,di cui i principali sono la condizione giuridica(11,3%)e le difficoltà con la lingua italiana(12,0%).

 

Le nuove povertà giovanili.

 E’ indubbio che i giovani hanno pagato in misura più elevata la crisi:

  • una quota sempre più alta di giovani scivola,non solo nel Mezzogiorno,verso l’inattività prolungata,vissuta il più delle volte nella famiglia di origine.
  • Oltre il 40%dei giovani stranieri abbandona prematuramente la scuola,alimentando un’area di emarginazione i cui costi non tarderanno a diventare evidenti.
  • Solo un terzo dei giovani riesce a migliorare la propria condizione sociale rispetto a quella dei genitori;
  • Oltre la metà di essi rimane ancorata al ceto sociale da cui proviene;
  • Una parte è costretta addirittura a scendere ad un gradino di benessere inferiore a quello dei propri genitori.
  • Il 20% delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto Caritas in Italia ha meno di 35 anni;
  • Dal 2005 al 2010 il numero dei giovani assistiti è aumentato del 59,6%;
  • Il 76,1% dei giovani che chiedono aiuto non studia e non lavora(nel 2005 erano il 70%).

Anche nei quasi 3000 centri di ascolto della Caritas si affacciano i cosiddetti NEET(Not in Education Employment or Training)ossia persone in età attiva,che:

-non ricevono un’istruzione;

-non hanno un impiego;

– e non stanno cercando un’occupazione(in Italia,i giovani Neet son o più di due milioni,pari al 22,1%della popolazione di questa età,una quota nettamente superiore alla media europea).

Accanto ai giovani disoccupati italiani,protagonisti di una responsabilità familiare rinviata e posticipata,vi sono i minori e gli adolescenti di origine straniera,nati in Italia,ma considerati “immigrati” da una normativa poco attenta alle esigenze di integrazione sociale delle nuove generazioni.

PER SAPERNE DI PIU’:

http://www.caritasitaliana.it/home_page/pubblicazioni/00002469_Poveri_di_diritti.html

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/sintesi_rapportopoverta2011.pdf

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/schedadati_rapportopoverta2011.pdf

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/crociata_rapportopoverta2011.pdfhttp://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/pasini_rapportopoverta2011.pdf

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/nozza_rapportopoverta2011.pdf

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/articolo_IC_ottobre2011.pdf

http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/articolo_studizancan_n5_2011.pdf

 

http://www.caritasitaliana.it/

CARITAS ZANCAN sintesi_rapportopoverta2011

CARITAS ZANZAN schedadati_rapportopoverta2011

CARITAS ZANCAN pasini_rapportopoverta2011

CARITAS ZANCAN nozza_rapportopoverta2011

CARITAS ZANCAN crociata_rapportopoverta2011

CARITAS ZANCAN articolo_studizancan_n5_2011

CARITAS ZANCAN articolo_IC_ottobre2011

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