LA RIVISTA/L'ECONOMIA DELL'IMMIGRAZIONE. UNA NUOVA, UTILE RIVISTA

15 Dic 2011

 

L’ECONOMIA DELL’IMMIGRAZIONE. UNA NUOVA, UTILE RIVISTA

Si chiama L’economia dell’immigrazione una nuova, utile rivista della Fondazione Leone Moressa. Di seguito pubblichiamo l’editoriale che ne motiva la nascita.

EDITORIALE

I fenomeni migratori rappresentano, per la peculiare conformazione assunta in epoca di globalizzazione, un importante fattore di mutamento delle società contemporanee, assumendo un ruolo di primissimo piano nel dibattito pubblico su presente e futuro del nostro Paese.

Presa consapevolezza della centralità delle migrazioni nella definizione dei mutamenti in atto e degli strumenti idonei ad indirizzare tali mutamenti, la ricerca di buona parte delle discipline scientifiche vi ha riservato negli ultimi tempi una discreta attenzione, studiandone in profondità le sfumature e le articolazioni in cui si presentano, ma tralasciandone in parte la dimensione strutturale, trasversale a tutte le altre, in grado di fornire un contributo essenziale alla loro interpretazione: la dimensione economica.

Sulla base di queste considerazioni, nasce “L’economia dell’immigrazione”, rivista bimestrale di approfondimento a cura della Fondazione Leone Moressa. La Fondazione, impegnata da anni nello studio dei fenomeni migratori, in particolare della loro dimensione economica, ha deciso di realizzare uno strumento inteso a favorire la lettura analitica di una realtà così complessa come è quella dell’immigrazione in Italia, una re­altà solitamente documentata da informazioni frammentate e disomogenee.

Gli scritti pubblicati in questa rivista concorrono ad integrare i risultati della ricerca della Fondazione Leone Moressa che, nel corso dell’ultimo anno, ha edito per il Mulino il volume “Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione 2011”. Un’opera che fornisce informazioni imprescindibili ad una conoscenza completa della realtà presa in esame e chiavi di lettura affidabili per una sua interpretazione.

Nel primo numero della rivista, si è deciso di affrontare uno dei temi più delicati da un punto di vista politico (data la generalità degli interessi che investe) e meno discussi da un punto di vista scientifico (data la mancanza di trattazioni su un argomento così attuale) vale a dire l’impatto della crisi economica sulla situazione occupazionale dei lavoratori immigrati.

I processi di trasformazione del mercato del lavoro in corso, generati da una crisi che mette in seria discussione la coesione sociale nei cosiddetti Paesi di vecchia industrializzazione, mettono in evidenza una realtà, quella del lavoro immigrato, che rispecchia e amplifica i principali deficit strutturali dei diversi sistemi produttivi nazionali. Prendendo atto che da circa un decennio in Italia si è registrata una crescita straordinaria della presenza immigrata tra le forze lavoro, è possibile leggere negli effetti negativi sull’occupazione straniera, dei segnali negativi che rischiano di interessare la società nel suo complesso. Oltre all’impatto sulla tenuta occupazionale del mercato del lavoro, la crisi genera altri effetti che investono in particolare i lavoratori immigrati. Se visti in ottica istituzionalista, vale a dire del diritto, della qualità e della dignità del lavoro e della persona, questi effetti possono invece riguardare, anche se in forme e dimensioni diverse, anche i lavoratori e il sistema produttivo nazionali. Si rafforzano in particolare quei legami che inquadravano il lavoro immigrato nelle mansioni lavorative meno qualificate e meno pagate, più precarie e pericolose, che in epoca di stabilità economica sembravano allentarsi e che con la crisi invece innescano nuovi meccanismi di stratificazione occupazionale.

http://www.fondazioneleonemoressa.org/rivista/numero01.pdf

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