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Modena, 30 marzo 2012
Alta l’adesione allo sciopero di oggi 30 marzo delle farmacie pubbliche che ha visto l’adesione dell’85% degli addetti delle 13 farmacie pubbliche della città di Modena
A parte la farmacia di turno in via del Pozzo che è rimasta aperta per garantire i servizi essenziali, 8 farmacie hanno chiuso, mentre le altre 4 sono a personale fortemente ridotto.
Lo sciopero indetto a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali di settore Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl, Uiltucs/Uil è stato indetto a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto ormai da 15 mesi (che interessa 3.000 lavoratori a livello nazionale e 70 addetti su Modena).
Assofarm si è dimostrata anche nell’ultimo incontro di febbraio indisponibile a rinnovare il contratto in tempi brevi, e intenzionata a mettere in discussione diritti importanti dei lavoratori, economici e normativi.
Nei prossimi giorni i sindacati modenesi e le Rsa chiederanno un incontro con il indaco Pighi per sottoporre al primo cittadino il malessere dei lavoratori per il protrarsi della vertenza e per l’incertezza sul futuro delle farmacie pubbliche a fronte di voci che si rincorrono sulla vendita delle quote pubbliche di proprietà.
Modena, 28 marzo 2012
SCIOPERO VENERDÌ 30 MARZO DEI LAVORATORI DELLE FARMACIE PUBBLICHE DI MODENA CITTÀ
Sciopero per l’intera giornata venerdì 30 marzo 2012 dei lavoratori e delle lavoratrici delle farmacie pubbliche (ex comunali) della città di Modena. Si tratta delle 13 farmacie della città per un totale di 70 dipendenti.
L’iniziativa di lotta è stata indetta a livello nazionale dai sindacati di categoria Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto ormai da 15 mesi (e che interessa a livello nazionale 3.000 lavoratori).
Nell’ultimo incontro con Assofarm il 21 febbraio, l’associazione si è mostrata indisponibile a proseguire nella trattativa, sostenendo la preoccupazione per i recenti interventi legislativi in materia di dispensazione finale del farmaco e per la liberalizzazione degli orari commerciali destinati a coinvolgere anche le farmacie, paventando il rischio di progressiva scomparsa della farmacia pubblica.
Assofarm ha perciò chiesto il “congelamento” della trattativa senza offrire garanzie minime sull’esito della stessa, quasi obbligando i sindacati alla firma di una cambiale in bianco.
Filcams Fisascat Uiltucs condividono i rischi legati alle liberalizzazioni e il rischio di progressiva scomparsa della farmacia pubblica, ma ritengono altresì che proprio il rinnovo del CCNL sia il miglior strumento per qualificare le farmacie pubbliche e quindi il personale al loro interno, mantenendo la propria storica importanza e distintività di presidio sanitario territoriale per la dispensazione del farmaco ed evitando così che siano costrette a trasformarsi in esercizio commerciale per poter sopravvivere.
Inaccettabile per i Sindacati che Assofarm non solo non sia disponibile a rinnovare il contratto in tempi brevi, ma che sia intenzionata a mettere in discussione diritti importanti dei lavoratori, economici e normativi. Il tutto a fronte del rinnovo del contratto dei lavoratori delle farmacie private avvenuto 5 mesi fa.
La liberalizzazione degli orari commerciali, destinata a coinvolgere anche le farmacie, non può essere presa a pretesto per chiedere un aumento della flessibilità dell’orario di lavoro incontrollata e non contrattata. Mentre da una parte si chiede la diminuzione delle maggiorazioni per gli straordinari, il lavoro notturno, domenicale e festivo, dall’altra non sono state avanzate proposte apprezzabili sul salario.
Durante lo sciopero di venerdì saranno garantiti i servizi essenziali, secondo il calendario delle turnazioni previste.