29 Mar 2012
di Fatima Hasani
La crisi economica colpisce con la disoccupazione e le condizioni precarie di lavoro soprattutto migranti e minoranze etniche. Per di più, incita a comportamenti razzisti, e proprio nel momento in cui le difficoltà di bilancio inducono numerosi paesi a ridurre gli stanziamenti destinati a combatterli. Sono alcune delle conclusioni dell’ultimo Rapporto ENAR sul razzismo in Europa.
La Spagna è un esempio di come la disoccupazione colpisca soprattutto i migranti. Tra quelli provenienti dal Marocco e dall’Africa subsahariana raggiunge all’incirca il 50 per cento. La Lituania, invece, è un esempio di come molti paesi diminuiscono per le difficoltà economiche le voci di bilancio destinate alla lotta contro le discriminazioni: per l’anno 2010 le attività previste hanno ricevuto meno dell’ 1 per cento di quanto inizialmente stanziato.
Il rapporto sottolinea che sono in aumento le violenze razziali commesse sia da gruppi neonazisti che da altri, così come i successi, anche elettorali, di partiti e movimenti d’estrema destra, come ad esempio nel Regno Unito, in Danimarca, Ungheria, Grecia e Polonia.
Il rapporto sottolinea anche che per la loro visibilità le persone di provenienza africana sono le più vulnerabili al razzismo e alle discriminazioni. Nel Regno Unito il rischio dei neri di subire controlli è più alto di sei volte di quello dei bianchi e in Lettonia faticano di più a trovare un impiego corrispondente al livello di studi.
Nonostante l’adozione della Direttiva Ue sull’uguaglianza, i Paesi UE di fatto non l’applicano. Anzi, in molti di essi le politiche migratorie diventano più restrittive.
http://cms.horus.be/files/99935/MediaArchive/COMMUNIQUE%20DE%20PRESSE%20shadow%20report.pdf
http://www.enar-eu.org/Page_Generale.asp?DocID=15276&langue=EN
http://www.enar-eu.org/Page_Generale.asp?DocID=15294&langue=FR
http://www.enar-eu.org/Page_Generale.asp?DocID=15294&langue=EN