16 Apr 2012
di Ciro Spagnulo
A fine marzo si diffonde la notizia di una imminente sanatoria e la Questura di Roma viene presa d’assalto da persone immigrate con la speranza di ottenere l’agognato permesso di soggiorno. Ricevono, invece, un decreto di espulsione e molti finiscono nei Cie. Non c’è da stupirsi che sia accaduto. C’è da stupirsi che non accada più di frequente. Quanto è accaduto a Roma, così come le truffe che hanno sempre accompagnato i decreti flussi, sono il risultato delle politiche d’ingresso restrittive e delle sanatorie. Queste, anche se considerate irripetibili ed eccezionali, alimentano comunque la speranza che si ripeta una possibilità di regolarizzazione, e in Italia la sanatoria è sempre dietro l’angolo, ipocritamente chiamata decreto flussi, le cui irrealistiche quote, però, non riescono mai a sanare del tutto l’area dell’irregolarità. Le politiche d’ingresso restrittive non fermano comunque gli arrivi, come dimostra l’esperienza degli ultimi anni. Occorre, allora, cambiare radicalmente le politiche sull’immigrazione, rivedendo innanzitutto le politiche d’ingresso. La sanatoria generalizzata che giustamente da qualche tempo in tanti chiedono dovrebbe anche preludere al necessario cambio di rotta.