UN DECRETO CON LE UNGHIE SPUNTATE

26 Apr 2012

 

di Ciro Spagnulo

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato la proposta di decreto che recepisce la direttiva comunitaria del 2009 riguardante le sanzioni a carico dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Una volta approvato, il decreto andrà ad integrare le previsioni del Testo unico dell’immigrazione del 1998. Anticipiamo subito che la parte più attesa, la concessione del permesso di soggiorno umanitario all’immigrato irregolare che denunci una situazione di grave sfruttamento e collabori nel procedimento penale contro il datore di lavoro, è anche la più deludente. Le condizioni di “particolare sfruttamento” di cui parla il testo lascia già prevedere che solo pochissimi potranno sperare di ottenerlo e quindi la maggior parte degli irregolari difficilmente rischierà l’espulsione per denunciare il datore di lavoro. Toglie, poi, ogni speranza la relazione tecnica di accompagnamento, quando afferma che il numero dei potenziali sarà «nei fatti trascurabile».

Non a caso la Cgil invita alla prudenza. Dice il segretario confederale nazionale Vera Lamonica che “finalmente, come richiesto da tempo dalla CGIL e dagli altri sindacati, il Consiglio dei Ministri annuncia un provvedimento di recepimento della Direttiva Europea n. 52 del 2009, che prevede sanzioni per datori di lavoro ed intermediari che utilizzano lavoratori immigrati irregolari per sfruttamento lavorativo in nero. La direttiva prevede che i suddetti lavoratori, in casi di particolare sfruttamento, possono denunciare la loro condizione ed entrare in un percorso di regolarizzazione”, ma, sottolinea, questa formulazione “è tutta da verificare, in quanto potrebbe risultare troppo generica, confusa e di dubbia applicabilità”. Aggiunge, inoltre, che l’annunciato provvedimento “è senz’altro una buona notizia, che però accogliamo con prudenza, perché siamo ormai abituati ad annunci e provvedimenti che si perdono o si annacquano nel percorso parlamentare, come è accaduto ad esempio per la tassa sui permessi di soggiorno e per la durata degli stessi”.

Oltre a prevedere il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario della durata di sei mesi e rinnovabile per un anno o per il maggior periodo occorrente alla definizione del procedimento penale, la proposta di decreto introduce alcune modifiche all’impianto normativo già esistente. In particolare, vengono previste, tra l’altro, ipotesi aggravanti , con pene aumentate da un terzo alla metà, nei casi di particolare sfruttamento di cittadini stranieri irregolari, di impiego irregolare di più di tre lavoratori o minori in età non lavorativa, di ipotesi di sfruttamento di cui all’articolo 603 bis del codice penale. Le nuove norme introducono, anche, una preclusione ad ottenere il nulla osta all’ingresso di lavoratori stranieri per li datore di lavoro che abbiano riporta, nei cinque anni precedenti, anche con sentenza non definitiva, una condanna per reati connessi allo sfruttamento del lavoro ovvero all’occupazione illegale di cittadini stranieri e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo l’indagine della della XI Commissione Lavoro della Camera dei deputati sono circa 2 milioni e 966 mila le unità di lavoro non regolare, occupate in prevalenza come dipendenti con un tasso di irregolarità pari al 12,2%. Gli irregolari residenti, sia italiani che stranieri, rappresentano la quota più rilevante con 1652 mila unità, mentre gli stranieri clandestini sono una minoranza e rappresentano il 12,7%. Dal punto di vista territoriale, è il Mezzogiorno l’area che fa registrare il maggior numero di occupati irregolari sul totale dei lavoratori (18%), seguito Centro (10%) e Nord (9%).

PROPOSTA DI DECRETO LEGISLATIVO E RELAZIONE TECNICA DI ACCOMPAGNAMENTO

 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/657965.pdf

http://www.cgil.it/tematiche/Documento.aspx?ARG=&TAB=0&ID=18872

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