L'IRRESISTIBILE ASCESA DEI COGNOMI STRANIERI

26 Apr 2012

 

di Arturo Ghinelli

 

 

Nomen sunt numina”dicevano gli antichi latini, sottolineando l’importanza del nome e del suo significato. Questi aspetti risaltano anche nell’inchiesta che l’ANCI ha fatto sui cognomi più diffusi nelle nostre città. Infatti i quotidiani hanno subito sottolineato il fatto che a Milano, seconda città italiana, due cognomi stranieri, entrambi cinesi, si collocano tra i primi dieci. Questa inchiesta può vantare molti primati, infatti,per la prima volta, viene realizzata sull’intera popolazione anziché sui titolari di elenchi telefonici che sono soltanto una piccola parte dei residenti e non rappresentano milioni di giovani e bambini. Poiché l’ultima classifica fatta sulla base degli elenchi risale al 1999/2000 e dunque poteva contenere i nati fino al 1970-75, con questa dell’ANCI viene fatto un balzo in avanti di 35-40 anni, perché comprende anche i minori. Per questo i dati registrano una forte rottura con il passato per due aspetti:

  • L’incremento significativo dei cognomi meridionali nel Centro-nord
  • La comparsa massiccia dei nomi di famiglia stranieri immigrati.

Ad esempio il cognome esclusivamente meridionale Russo conquista Torino, scalzando il nome di famiglia piemontese per eccellenza Ferrero. Per la prima volta un cognome straniero conquista il 1° posto assoluto in una delle 10 città italiane più popolose del Nord, Brescia, e nella 3° per abitanti del Centro Italia, Prato: si tratta rispettivamente di Singh, indiano e pakistano, e di Chen, cinese. Un caso clamoroso di emigrazione è quella che ha condotto ad Aosta da San Giorgio Morgeto il doppio del numero degli attuali residenti del comune reggino. I primi cognomi del comune calabrese, Mammoliti e Fazari, sono 1° e 2° anche ad Aosta. E nell’attuale Consiglio comunale aostano sono presenti 7 consiglieri nati al Sud, di cui 4 in Calabria (uno a San Giorgio). Quale significato ha questo incremento dei cognomi meridionali al Centro-Nord? Che è ancora molto forte l’emigrazione dal Sud al Centro-Nord dell’Italia. Gli immigrati dal Sud non perdono i diritti civili e perciò hanno diritto di voto alle elezioni amministrative come dimostrano i consiglieri comunali provenienti da quelle regioni. Gli immigrati dall’estero chiedono di avere gli stessi diritti degli immigrati meridionali e di poter eleggere propri rappresentanti negli Enti Locali.

Per quanto riguarda la comparsa massiccia dei nomi di famiglia stranieri, come mai la loro distribuzione è in apparenza curiosa? Se le comunità di immigrati più numerose sono quella rumena, albanese e marocchina, come mai nelle classifiche dei cognomi risultano ai primi posti cinesi e indiani? La straordinaria ascesa di questi nomi rispecchia certo la crescente quota di immigrati nel nostro paese, ma è anche il risultato della forte concentrazione cognominale che caratterizza alcune comunità.

La risposta è che i cognomi cinesi sono pochi e concentrati e proprio per questo emergono in modo così vistoso nelle classifiche e non perché siamo in presenza di un’invasione cinese a Milano come si è affrettato a dichiarare un consigliere comunale del PdL. A Brescia, dove il 1° assoluto è Singh con Kaur al 3°posto, si tratta di due voci indiane, in particolare del Punjab e dei seguaci della religione sikh e valgono come “leone” e “principessa” rispettivamente; sono forme utilizzate anche come secondi nomi e secondi cognomi, un po’ come se si chiamassero “maschio” e “femmina”, da qui la loro prevalenza.

Come nel caso dei cognomi meridionali nel Nord, anche questi cognomi stranieri sono destinati a crescere nel tempo. Infatti l’età media dei residenti in Italia dimostra che sono presenti soprattutto adulti, giovani e bambini. E quando gli adulti saranno anziani, la seconda generazione avrà dato vita alla terza. Quindi i “leoni” e le “principesse”s ono destinati a crescere perché mentre tra gli italiani gli anziani sono quasi quanti i giovani( rispettivamente 16milioni e 18 milioni), tra gli immigrati i bambini e i giovani sono quasi 1.790.000, il 42,23% del totale, gli adulti il 53,82% e gli ultrasessantenni sono solo il 3,9%. La sfida per il futuro è quella di riuscire a portare a compimento il processo di integrazione dei vari signor Singh e Chen che vivono e lavorano accanto a noi, ma che ancora hanno difficoltà ad integrarsi al di fuori dell’ambiente di lavoro, come negli anni ’60 faticarono non poco i tanti signor Russo, che ora si trovano al primo posto nella classifica dei cognomi di una città come Torino; come il loro non è stato un processo indolore, anche questa sfida degli immigrati di oggi non è una sfida da poco.http://www.anci.it/index.cfm?layout=ricerca&QueryTxt=COGNOMI%20STRANIERI&Tipo=&Data=&Sito=&Sezione=&Escludi=5,487&AllTerms=1&Ranking=55&Ordina=Date&searchbtn=cerca&Pag=2

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