26 Apr 2012 flc, mobilitazione, sciopero,
Situazione comparti della conoscenza e iniziative di mobilitazione
Direttivo nazionale 23/24 aprile 2012
La crisi economica mondiale non ha risparmiato il nostro paese che dopo quattro anni si dibatte all’interno di una dinamica recessiva, con tassi di disoccupazione altissimi soprattutto tra i giovani.
L’Europa non ha dato alcuna risposta all’altezza della crisi. BCE e tecnocrazie europea hanno imposto politiche di rigore che determinano la distruzione del welfare del modello sociale europeo, tagli ai salari, oltre ad aumentare la precarietà del lavoro. La possibile vittoria di Hollande in Francia può essere un importante segnale di cambiamento per mettere in discussione le regressive scelte compiute in ambito europeo.
I provvedimenti messi in campo dal Governo Monti hanno il segno dell’iniquità colpendo soprattutto il lavoro dipendente e i pensionati e non hanno determinato la crescita e lo sviluppo auspicati.
Infatti tali politiche sono recessive e segnate dall’ideologia liberista con tagli pesantissimi alla spesa sociale e progressivo indebolimento delle tutele dei lavoratori. La drammatica crisi provoca sempre più accentuate disuguaglianze ed una diffusa disperazione sociale a partire dal Mezzogiorno. In questa fase il ruolo del sindacato diventa fondamentale: occorre unificare le iniziative di lotta mettere in campo proposte alternative alle politiche del Governo Monti.
I comparti, pubblici e privati, della conoscenza sono stati pesantemente colpiti a causa di interventi eccezionali messi in campo a partire dal 2008 e vivono un progressivo impoverimento per la drastica riduzione di risorse, per i processi di ristrutturazioni aziendali, esternalizzazioni e di deregulation dei rapporti di lavoro, che determinano un peggioramento dei diritti e delle condizioni materiali dei lavoratori e delle lavoratrici.
In modo particolare le manovre hanno determinato effetti gravi sulle retribuzioni: blocco dei contratti fino al 2014, congelamento del salario accessorio e delle carriere (per la scuola, università e AFAM blocco degli scatti di anzianità), oltre ad interventi devastanti sulle pensioni.
Le retribuzioni, ferme dal 2009, sono impoverite dall’aumento del costo della vita (determinato anche dalla pressione fiscale) che arriva nell’ultimo anno ad oltre +3,3%, al netto degli effetti della manovra SalvaItalia di dicembre 2011.
In questa situazione si prospettano ulteriori tagli alla spesa pubblica e quindi anche ai settori pubblici della conoscenza, attraverso la Spending review e l’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio.
Gli effetti di nuovi tagli nei nostri settori, già pesantemente provati, avrebbero un solo possibile significato: riduzione ulteriore del diritto all’istruzione e alla formazione e quindi dei servizi ai cittadini e dello stato sociale.
Non è questa la ricetta per far ripartire il nostro paese: investire nell’istruzione la formazione e la ricerca, investire sulle idee e sul futuro è l’unico modo per uscire dalla crisi.
Sul versante del lavoro, le recenti dichiarazioni del Ministro della Funzione pubblica accompagnate alla scarsa chiarezza sulle modalità di attuazione della delega contenuta nell’articolo 2 del DDL sul mercato del lavoro, rendono evidente il tentativo del Governo di rendere più facili i licenziamenti nelle pubbliche amministrazioni.
La FLC Cgil ritiene che il tavolo di confronto aperto presso il Dipartimento della Funzione pubblica debba tenere insieme le seguenti priorità:
– rinnovo dei contratti nazionali del pubblico impiego;
– ripristino dell’architrave all’interno del quale si sviluppa la pratica contrattuale, ridefinizione di regole certe e piena agibilità della contrattazione decentrata, dopo la devastazione determinata dall’introduzione del decreto 150/2009;
– stabilizzazione del personale precario e reclutamento;
– individuazione di percorsi di mobilità all’interno di un quadro chiaro e condiviso di regole contrattuali.
Sarebbe inaccettabile per la FLC Cgil un confronto sui contenuti del DDL lavoro relativo solo alla cosiddetta flessibilità in uscita. I temi del precariato che, nei nostri settori, conta alcune decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici e i temi del contratto e della contrattazione rappresentano punti ineludibili della discussione e del confronto.
Per queste ragioni la FLC Cgil condivide le osservazioni e gli emendamenti presentati dalla Confederazione al testo del DDL e le iniziative di mobilitazione definite dal Direttivo nazionale della CGIL, per modificare i contenuti del DDL lavoro rispetto alle tipologie contrattuali, agli ammortizzatori sociali e all’art. 18.
Il comitato direttivo della FLC CGIL ritiene importante la giornata di iniziative contro la precarietà del 10 maggio prossimo e impegna le strutture ad una forte partecipazione.
Il comitato direttivo della FLC Cgil dà mandato alla segreteria nazionale di avviare una serie di iniziative di mobilitazione dei comparti della conoscenza fino alla proclamazione di una giornata di sciopero generale insieme alla Funzione Pubblica da realizzarsi entro la fine di maggio. In presenza della proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil la giornata di lotta confluirà nello sciopero generale.

