LA REGIONE STRANIERA

14 Mag 2012

 

 

di Arturo Ghinelli

 

Secondo il 12° Osservatorio regionale aggiornato al 1°gennaio 2011 l’Emilia-Romagna si attesta la primo posto fra le regioni italiane per la percentuale di cittadini stranieri, 11,3%, seguita da Umbria(11,0), Lombardia(10,7%) e Veneto(10,2%).

Caritas-Migrantes stima in 544.000 gli immigrati regolarmente presenti sul territorio dell’Emilia. Tra le province superano la media regionale nell’ordine Piacenza(13,4%), Reggio Emilia(13,0%), Modena(12,7%) e Parma(12,5%). 161 comuni emiliano-romagnoli hanno una incidenza di residenti stranieri superiore al’10%. Tre comuni superano il 20%: Galeata (FC) al 21,7%, Luzzara (RE )e Castel San Giovanni, entrambi al 20,3%.

Da dove vengono?

Sono 173 le cittadinanze rappresentate complessivamente, se si pensa che le nazioni del mondo sono 191, si può proprio affermare che vengono da tutto il mondo. Al primo posto si conferma il Marocco (14,1%), seguito dalla Romania (13,2%), dall’Albania (12,1%), la Moldova (5,6%) e l’Ucraina (5,5%). Sono state in gran parte le donne straniere a contribuire nell’ultimo decennio all’aumento dei nati e quindi alla riduzione del saldo naturale (nati-decessi) di segno negativo della popolazione emiliano-romagnola. Infatti a fronte di un numero medio di figli per donna di 1,49 per l’Emilia e di 1,27 per donna di cittadinanza italiana, per le residenti straniere si arriva fino a 2,3. I bambini nati da genitori stranieri nel 2010 sono 9.677, se si considera solo la cittadinanza delle madri, sono il 27% del totale. Le comunità a netta prevalenza femminile sono l’Ucraina (22.349 donne pari all’81,2% degli Ucraini residenti), Polonia (75,4%) e Moldova (68,9%).

Gli stranieri residenti sono contraddistinti da una marcata prevalenza di giovani: il 69% ha meno di 40 anni. Ciò si traduce in un’età media per gli stranieri di 31,4 anni ed una superiore a 45 anni per la popolazione complessiva.

A sottolineare la progressiva stabilità del fenomeno migratorio ci sono le acquisizioni di cittadinanza italiana che passano da 1.152 del 2002 a 7.912 del 2010. Il passaggio alla cittadinanza, che tradizionalmente è avvenuto per matrimonio, nel 2009 per la prima volta le acquisizioni della cittadinanza per residenza hanno superato quelle per matrimonio.

Anche per l’anno scolastico 2010/2011 l’Emilia-Romagna si conferma la prima regione d’Italia anche per l’incidenza percentuale di alunni stranieri sul totale degli studenti, attestandosi al 14%, seguita dall’Umbria con il 13,35 e dalla Lombardia con il 12,5%. Per l’intero territorio nazionale il dato medio degli alunni stranieri è il 7,9%. Nella scuola dell’infanzia sono stranieri il 13,7% degli alunni, il 15,2% nella scuola primaria, il 15,8% nella scuola secondaria di primo grado e l’11,7% per quella di secondo grado. Anche nei nidi d’infanzia il numero e la percentuale dei bambini stranieri è aumentato attestandosi nel 2010/2011 al 9,2%.

Anche l’istruzione universitaria negli ultimi anni ha visto acquisire un peso sempre più consistente agli iscritti con cittadinanza straniera: se nell’anno accademico 2001/2002 erano 4.664, pari al 3% del totale degli iscritti, nel 2009/2010 gli studenti stranieri negli Atenei emiliano-romagnoli arrivano a 7.921, andando a rappresentare il 5,4% del totale, dato decisamente superiore a quello medio nazionale(3,3%).

Secondo i dati INAIL sono 316.814 i lavoratori stranieri occupati in Emilia. Fra i dipendenti sono il 20% del totale degli occupati. Il 7,5% delle imprese attive in Emilia-Romagna ha un titolare straniero. Sono in aumento i lavoratori stranieri coinvolti in infortuni sul lavoro, infatti rappresentano il 21,6% (1,6%in più rispetto a quelli occupati), mentre il dato medio nazionale è del 15,5%. Quindi sono meno protetti contro gli incidenti sul lavoro. Altro dato interessante che smentisce chi grida che gli stranieri portano via gli alloggi di edilizia pubblica, è quello che indica in 5.938,pari all’11,7%del totale, gli alloggi ERP assegnati a cittadini stranieri, quindi esattamente la stessa percentuale dell’11% della loro presenza effettiva in Emilia-Romagna: non un alloggio in più.

http://sociale.regione.emilia-romagna.it/immigrati-e-stranieri/dati/losservatorio-regionale/archivio-pubblicazioni/volume1_1_2011.pdf

http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/immigrazione-in-emilia-romagna-un-fenomeno-in-stabilizzazione-2

ALTRI DATI

INCIDENZA FISCALE-In Emilia-Romagna l’apporto contributivo dei lavoratori immigrati comincia ad assumere dimensioni rilevanti. Nel 2009 ammontavano a 806 milioni i contributi previdenziali versati. L’incidenza dell’apporto fiscale (452 milioni, sempre dato 2009) appare minore al confronto(inferiore al 2% del gettito Irpef regionale), a causa dell’ampiezza della platea dei contribuenti, che comprende anche i pensionati, e della progressività dell’aliquota. “Il basso livello dei redditi, che si traduce in un minore gettito fiscale, viene tuttavia compensato da una struttura del welfare regionale orientata prevalentemente verso le prestazioni previdenziali ed i servizi socio-sanitari per gli anziani, del quale i giovani immigrati possono oggi essere beneficiari solo in parte molto ridotta (intorno all’1% della spesa totale di welfare), anche perché la normativa in vigore permette loro il pensionamento solo al compimento del sessantacinquesimo anno di età. Il contributo finanziario degli immigrati appare quindi tanto più degno di considerazione, se inserito in un contesto di conti intergenerazionali”.

CARCERE- In Emilia-Romagna circa il 60% degli stranieri in carcere sono detenuti in attesa di giudizio contro il 45,7% degli italiani; la difficoltà abitativa (insieme ad altri fattori) produce un maggiore ricorso alla custodia cautelare (prima del giudizio definitivo). La tipologia dei reati ascritti ai detenuti stranieri mostra una prevalenza di persone che hanno commesso reati contro il patrimonio (26,8%) e contro la persona (26,1%) e, soprattutto, una fortissima componente di violazioni della normativa sugli stupefacenti (55,3% del totale dei reati in Emilia-Romagna). Si tratta di tipologie che rimandano alle radici d’esclusione sociale che stanno alla base del fenomeno migratorio e spesso (come nel caso di reati sulla prostituzione) di fenomeni di sfruttamento, all’origine del reato in sé. Il reato di clandestinità introdotto con la L. 94 del luglio 2009) è ascritto al 20,6% dei detenuti stranieri.

CASA-Nel settore delle politiche abitative, uno degli elementi più importanti della programmazione regionale è costituito dalla ripartizione del Fondo sociale per l’affitto; fra i beneficiari, i nuclei con capofamiglia nato all’estero sono 21.841 (42% del totale dei beneficiari).

Al 31.12.2010 in Emilia-Romagna, risultavano occupati 50.673 alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti dalle Acer, di questi 5.938 – pari all’11,7% del totale – è risultato occupato da cittadini stranieri. Si tratta quindi di una percentuale leggermente superiore a quella della popolazione straniera residente (11,3% alla stessa data); ma in realtà non è questo il raffronto che ci può dare un termine di riferimento. È necessario ricordare, infatti, che oltre l’80% dei cittadini italiani in Emilia-Romagna possiede una casa di proprietà, mentre la stragrande maggioranza degli stranieri vive in affitto, e rappresenta circa il 40% delle domande nei bandi di edilizia residenziale pubblica.

http://sociale.regione.emilia-romagna.it/immigrati-e-stranieri/dati/losservatorio-regionale/archivio-pubblicazioni/volume1_1_2011.pdf

http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/immigrazione-in-emilia-romagna-un-fenomeno-in-stabilizzazione-2

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