27 Nov 2012
Secondo un’analisi della Coldiretti su dati Caritas, diffusa in occasione della presentazione della ricerca del Cnel secondo la quale nel 2020 i lavoratori immigrati aumenteranno del 45% rispetto al 2010, sono oltre trecentomila gli immigrati impiegati nelle campagne italiane per continuare a garantire i primati del made in Italy. L’apporto del lavoro straniero resta determinante in agricoltura e, sottolinea la Coldiretti, rappresenta ben il 23 per cento del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende. I lavoratori immigrati impegnati in agricoltura hanno una età media di 36 anni e per il 71 per cento sono di sesso maschile.
Sono ben 172 le diverse le nazionalità anche se a prevalere sono nell’ordine Romania (113.543), India (24.823), Marocco (24.519), Albania (23.982), Polonia (22.601), Bulgaria (15.242), Tunisia (12.027), Slovacchia (11.551), Macedonia (10.254), Moldavia (5.422), Senegal (5.193) e Ucraina (4.756). I lavoratori stranieri, conclude la Coldiretti, contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese su un territorio dove va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il loro lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale.
http://www2.coldiretti.it/News/Pagine/895-%E2%80%93-19-Novembre-2012.aspx