27 Nov 2012
di Ciro Spagnulo e Mohcine El Arrag
Da decenni si soffia sul fuoco dell’intolleranza xenofoba e razzista sostenendo che gli immigrati rubano posti di lavoro agli italiani. Già diverse ricerche hanno dimostrato che non è vero. Torna a ribadirlo il Cnel con il rapporto “Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano” pubblicato in questi giorni. Infatti dalla ricerca risulta che l’ipotesi della concorrenza dovuta alla presenza degli immigrati non ha consistenza.
Il rapporto sottolinea però che la mancata “concorrenza” è il rovescio della medaglia dei fenomeni di discriminazione, di sottoinquadamento, di segregazione in posti di lavoro poco qualificati, “fenomeni”, peraltro, “che per ogni singolo immigrato, non sembrano attenuarsi più di tanto all’aumentare della propria esperienza e pemanenza nel paese ospitante”.
Questi fenomeni creano un mercato del lavoro duale dove gli immigrati risultano “over-educati”. “In genere gli immigrati sono colpiti dal ben noto fenomeno della sovra qualificazione, cioè dal fatto di disporre, in genere, di un titolo di studio ben superiore a quello richiesto” per il lavoro che svolgono.
Il rapporto approfondisce anche il ruolo della presenza immigrata nell’influenzare il salario di un lavoratore dipendente italiano rilevando che non c’è un effetto di spiazzameno sulle retribuzioni.
Il rapporto, infine, prevede che nel 2020 i lavoratori immigrat iaumenteranno del 45% rispetto al 2010 per un totale di circa 900 mila occupati in più. Occuperanno sempre le meno qualificate. L’occupazione degli italiani resterà stabile.