12 Dic 2012
di Ciro Spagnulo e Mohcine El Arrag
“Oltre 2 milioni di contribuenti nati all’estero nel 2010 hanno pagato 6,2 miliardi di € di imposta netta. In termini percentuale gli stranieri rappresentano il 6,8% del totale dei contribuenti nati all’estero e l’ammontare totale delle tasse che pagano costituisce il 4,1% dell’ imposta netta pagata complessivamente in Italia. Se, rispetto al 2009, i contribuenti stranieri sono diminuiti del – 1,0%, l’ammontare dell’imposta da loro pagata è invece aumentata del 4,3%”. Sono dati contenuti in uno studio della Fondazione Leone Moressa.
I contribuenti stranieri sono concentrati soprattutto in Lombardia (21,1%), in Veneto (11,9%) e in Emilia Romagna (11,1%). Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, invece, sono le due regioni che mostrano la maggiore incidenza: su dieci soggetti che pagano le imposte sui redditi, 1 è straniero.
Il gettito più alto lo registra la Lombardia: oltre 1,6 miliardi di euro. Seguono il Lazio con 746 milioni e il Veneto con 644 milioni. In Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige il gettito è più alto che a livello nazionale: arriva,rispettivamente, al 7,2% e al 6,4%.
L’imposta netta media pagata è di 2.956 € contro i 4.974 € dei contribuenti nati in Italia, vale a dire 2mila € in meno: colpa dei bassi livelli di reddito.
Tra i contribuenti nati all’estero, coloro che pagano l’Irpef ammontano al 61,8% contro il 75,5% degli italiani. Vuol dire che gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali: la causa è sempre il basso importo dei redditi.
“I rumeni sono i primi sia in termini di numero di soggetti che pagano l’imposta netta, sia per l’ammontare della stessa: in particolare il 18% di tutti i contribuenti nati all’estero proviene dalla Romania e tali soggetti contribuiscono al 10,3% di tutta l’Irpef pagata dagli stranieri”. Seguono gli albanesi e i marocchini.
“Gli stranieri che vivono e lavorano in Italia sono tenuti a pagare le tasse e, quindi, a contribuire al gettito fiscale nazionale”, commentano i ricercatori della Fondazione. “Il loro apporto differisce però da quello degli italiani, soprattutto a causa dei bassi livelli di reddito. Questi, infatti, derivanti quasi esclusivamente da lavoro dipendente, comportano un esborso per gli stranieri di poco meno di 3.000 € all’anno. È chiaro che un miglioramento delle condizioni economiche e occupazionali porterebbe anche a un incremento del contributo degli immigrati alla finanza pubblica, contribuendo a una maggiore integrazione, che passa anche dal pagamento delle tasse” .