Modena, 4 febbraio 2013
Le recenti dichiarazioni entusiaste di Fim e Uilm sulla consultazione dei loro iscritti in merito all’ipotesi di intesa per il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici, non rispecchiano le posizioni dei lavoratori espresse durante le assemblee che si stanno svolgendo (anche in modo unitario) in queste settimane e che la Fiom continuerà a svolgere sino a fine mese. Anche dai primi verbali della consultazione promossa dalla Fiom emerge una secca bocciatura dell’accordo.
I lavoratori non iscritti a Fim e Uilm, e a volte anche gli stessi iscritti, avanzano infatti critiche sui contenuti del contratto, in particolare la riduzione della copertura per i primi 3 giorni di malattia e il venir meno del ruolo di contrattazione della Rsu sull’orario di lavoro.
Critiche sono mosse anche per la perdita di centralità del CCNL nella definizione di condizioni minime uguali per tutti i lavoratori, in quanto si potrà derogare in peius, sia sugli aspetti normativi che salariali, determinando condizioni differenti in ogni singola azienda.
La critica più forte è comunque espressa dai lavoratori sulla mancanza della democrazia sindacale, in quanto da parte di Fim e Uilm non è stato garantito a tutti il diritto di voto sull’ipotesi di rinnovo contrattuale.
Il voto dei soli 984 lavoratori iscritti Fim e Uilm in provincia di Modena, secondo la presunzione dei sindacati firmatari è sufficiente ad applicare l’accordo all’intera platea. Per di più di questi 984 lavoratori, solo 823 si sono espressi a favore dell’accordo. Si fa presente che in provincia di Modena i lavoratori interessati dal contratto Federmeccanica sono circa 20.000. Un’idea molto limitata di democrazia, dove meno del 5% dei lavoratori decide per tutti.
Il vero giudizio dei lavoratori non iscritti a Fim e Uilm si conoscerà solo a fine mese, al termine delle assemblee che la Fiom sta conducendo (a volte anche unitariamente) in tutti i luoghi di lavoro spiegando i contenuti dell’accordo e facendo votare tutti i lavoratori (anche gli iscritti Fim e Uilm). L’obiettivo della Fiom è puntare a rendere inapplicabile l’accordo, con l’avvallo dal voto dei lavoratori, e avere il mandato ad aprire una trattativa a livello territoriale e/o aziendale sulla base della carta rivendicativa licenziata dal Comitato centrale e dell’Assemblea nazionale dei delegati Fiom il 10-11 gennaio.
Inoltre, vorrei rilevare che, se è vero il dato dichiarato da Fim e Uilm di 1.305 iscritti ai due sindacati in riferimento al solo contratto Federmeccanica, è certamente un dato molto inferiore agli iscritti delle due organizzazioni nel 2002 (ultimo anno di tesseramento unitario Fim Fiom Uilm) che ammontavano a circa 3.400 lavoratori complessivi, riferiti ai contratti di tutto il comparto metalmeccanico.
Ciò a dimostrazione che la pratica e i contenuti degli accordi separati portata avanti da Fim e Uilm negli ultimi dieci anni, non ha determinato un aumento della loro rappresentanza, anzi è molto probabile il contrario.
E sui motivi di questo calo della rappresentanza Fim e Uilm dovrebbero riflettere!
Cesare Pizzolla, segretario Fiom/Cgil Modena