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Modena, 21 febbraio 2013
Il sindacato inquilini Sunia di Modena lancia un appello ai candidati modenesi alle elezioni politiche di domenica e lunedì prossimi, affinché nel loro futuro ruolo di parlamentari contribuiscano a fare delle politiche abitative una delle priorità da affrontare.
In Italia ci sono 4,5 milioni di famiglie in affitto, di queste l’80% ha redditi al di sotto di 24.000 euro lordi l’anno. A queste famiglie vanno aggiunti tutti coloro, in particolare giovani, che cercano un’abitazione, per l’affitto o per l’acquisto, che l’attuale sistema abitativo non è in grado di soddisfare a costi sostenibili.
Nella nostra provincia in questi anni si è cercato con molti sforzi – Istituzioni, privati e sindacati – di creare una filiera dell’abitare per rispondere alle diverse esigenze, un’offerta che però sicuramente è ancora lontana dal fabbisogno reale.
Le abitazioni di edilizia residenziale pubblica assegnate in provincia di Modena sono 6.200, a fronte di una lista di attesa di oltre altre 6.000 domande che da anni attendono risposta.
Le case pubbliche del Comune di Modena sono il 2% del patrimonio abitativo, cifra ben lontana dagli standard europei dove gli alloggi pubblici sono il 20%. Pertanto occorre un piano poliennale finanziato con un apposito fondo per l’edilizia residenziale pubblica e sociale.
Nel mercato privato i canoni di affitto non sono sopportabili dai redditi medio-bassi delle famiglie ed è da diversi anni che aumentano gli sfratti per morosità incolpevole (stime Sunia indicano che nel 2012 sono stati oltre 2.000).
Occorre perciò attivare le tutele necessarie in anni di crisi per non far perdere gli alloggi. Ovvero, rifinanziare il “Fondo sociale per l’affitto” con adeguate risorse nazionali che dal 1999 sono invece andate in calare e oggi sono praticamente azzerate. Nei primi anni di funzionamento del fondo, le famiglie bisognose riuscivano ad ottenere un contributo che serviva a pagare 5-6 mesi di affitto, nell’ultimo anno di funzionamento del fondo (2011) si è avuto un contributo pari ad una mensilità (600 euro)!
A Modena per aiutare le famiglie economicamente più deboli, colpite da sfratto, è stato inoltre costruito il Fondo provinciale salva-sfratti che dovrebbe diventare un ammortizzatore sociale permanente.
L’Agenzia Casa realizzata in diverse province dell’Emilia-Romagna, tra cui Modena che detiene i numeri più elevati di alloggi messi a disposizione per gli affitti (circa 450), è il vero strumento per aumentare in tempi brevi la disponibilità di alloggi a canoni sostenibili e ridurre la quantità di sfitto presente in modo consistente anche nel nostro territorio.
Si tratta di un accordo tra pubblico e privati in base al quale il proprietario dà il proprio alloggio al Comune per la locazione a canone calmierato, in cambio di alcune garanzie, tra cui la certezza del pagamento del canone e la restituzione in tempi certi dell’alloggio.
Uno strumento dunque da incentivare con risorse pubbliche e agevolazioni fiscali per i proprietari (riduzione di Irpef, imposta di Registro e Imu).
Queste sono alcune richieste abitative che vanno sviluppate per fare uscire la politica abitativa dall’emergenza e dare sollievo economico e abitativo a molte famiglie. Purtroppo gli ultimi due Governi hanno annullato il Fondo sociale per l’affitto e introdotto la “cedolare secca” che sta di fatto annullando il canale dei contratti calmierati, e ha creato un buco nelle casse dello Stato di 5 miliardi di euro.
Quindi occorre una riforma della legge sulla locazione che affermi la contrattazione collettiva come strumento di regolazione del mercato delle locazioni private e dell’edilizia sociale.
A ciò va accompagnata una riforma del regime fiscale sui redditi da locazione. Sicuramente va rivista la “cedolare secca” che ha prodotto un buco nelle casse dell’erario e non ha fatto emergere il “nero”. Deve essere introdotto il pagamento dei canoni con mezzi tracciabili e va prevista l’introduzione del canone pagato dall’inquilino in dichiarazione dei redditi per creare un positivo conflitto di interessi tra locatore e locatario.
Occorre contenere l’espansione e il consumo ulteriore del territorio, privilegiando il recupero qualitativo e funzionale del patrimonio esistente.
Bisogna aumentare l’edilizia verde e il risparmio energetico che dovrà essere alla base di tutti i piani edilizia per ridurre consumi e inquinamento.
Relativamente alla Bassa Modenese colpita dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, il Sunia chiede che nelle opere di ricostruzione del patrimonio abitativo si accelerino e si sburocratizzino le procedure di erogazione dei finanziamenti pubblici relativi all’intero costo di ripristino degli alloggi.
Obiettivo principale della ricostruzione deve essere la sicurezza della popolazione, quindi occorre vigilare sulla reale applicazione delle norme antisismiche nella ricostruzione di alloggi e fabbriche nonché sul rispetto della legalità negli appalti pubblici e privati
Antonietta Mencarelli, segretario sindacato Inquilini Sunia Modena