SINDACATI DI POLIZIA: "SENZA RISORSE AGGIUNTIVE IL CIE DI MODENA DEVE ESSERE CHIUSO!!"

04 Mar 2013 silp per la cgil,

Modena, 4 marzo 2013      

Se per sfortuna doveste avere bisogno di una pattuglia di polizia o carabinieri perché state subendo un reato od un ‘ingiustizia e vi sentite dire dall’operatore della sala operativa che dovete attendere perché gli equipaggi sono impegnati per una emergenza di ordine pubblico al CIE, non vi meravigliate, è la verità.

Da tempo queste OO.SS. segnalano le criticità del C.I.E. di Modena. Non passa giorno senza che qualcosa di spiacevole avvenga, negli ultimi giorni si è riaccesa la miccia, che in realtà non si è mai spenta, ed è arrivato il momento che la politica nazionale ed il Dipartimento della P.S. si assumano le proprie responsabilità ed assumano decisioni coraggiose: senza risorse aggiuntive, IL C.I.E DI MODENA DEVE ESSERE CHIUSO.

In queste condizioni si mette a repentaglio la sicurezza di chi lavora, ogni giorno, all’interno della struttura, ma si badi bene, anche di tutti i cittadini. In una realtà come quella modenese, che non vede la presenza di un Reparto Mobile della Polizia di Stato o di un Battaglione Mobile dell’Arma dei Carabinieri, ogni tensione al C.I.E. deve essere gestita con il personale impiegato in servizio di pattuglia, il che significa distogliere le Volanti impegnate nel controllo del territorio. Questo fa si che, usando una nota metafora, sguarnendo la città dalle guardie, i ladri hanno gioco facile, basta vedere i dati sui furti in appartamento.   

Abbiamo più volte sottolineato “la carenza di organico della Polizia di Stato della Provincia di Modena”, ma nessuno ha fatto nulla per rispondere al nostro grido d’allarme; tutti sono rimasti inermi ed incuranti del fatto che in questi ultimi anni, i governi abbiano tagliato e sottratto alla Polizia di Stato oltre 3 miliardi di euro destinati alla sicurezza (pari circa al 10% del bilancio del Ministero dell’Interno) che si sommano anche ai tagli imposti alle altre Forze di Polizia, alla Magistratura e alla gestione delle carceri, tagli che hanno colpito nel vivo l’operatività dei settori sicurezza e giustizia.

A Modena in particolare, il complesso fenomeno dell’immigrazione, regolare ed irregolare, anziché essere sostenuto e finanziato con le risorse umane, materiali ed economiche necessarie, ricade completamente sulle spalle dei poliziotti modenesi che lo devono gestire con i pochissimi mezzi a disposizione nel silenzio assoluto del Ministero e della disattenzione della politica nazionale.

I numeri certificano che la provincia di Modena è sempre una della prime dieci in Italia per densità di popolazione straniera, una delle 13 che ospitano un CIE nazionale, ma l’unica che lo deve gestire con il proprio personale, sottraendolo ad altre attività di Polizia.    

Abbiamo un C.I.E. che è  una vera e propria polveriera, all’interno, infatti, vi sono trattenuti quasi esclusivamente stranieri con molti precedenti penali ed un passato turbolento, disposti a tutto pur di non rimanere all’interno della struttura ed evitare di essere rimpatriati; ciononostante, qualcuno chiede addirittura di incrementarne il numero. 

Se i cittadini modenesi credono che all’interno del C.I.E. vi siano stranieri irregolari provenienti solo dalla provincia di Modena sono male informati. La realtà è che almeno i tre quarti, invece, proviene dal resto d’Italia e dei quali, purtroppo, la nostra Questura deve farsi carico in assoluta solitudine ed autonomia. E ciò vuol dire non solo dispiegare personale per la vigilanza ma anche per l’identificazione, gli accompagnamenti alla frontiera ed i rimpatri coattivi; ricordiamo che il C.I.E. di Modena non era nato con questi presupposti. Ha senso, inoltre, che vi siano due C.I.E. distanti 30 km l’uno dall’altro, nella stessa Regione? Con grande differenza, però, tra le risorse da poter mettere in campo. A Bologna come nelle altre città sedi di CIE, la vigilanza ed il pronto intervento è assicurata dal personale del Reparto Mobile, affinché la Questura possa impegnare i propri agenti nel controllo del territorio, nella prevenzione e repressione dei reati, e, comunque, a tutela della cittadinanza.

Dal 2004 ad oggi il numero del personale della Polizia di Stato a Modena è sceso sino a raggiungere il minimo storico nel 2011, ovvero a 417 unità, con un disavanzo di almeno 50 poliziotti; per non parlare, poi, dei pensionamenti senza sostituzione, il che porterebbe il numero a 70.

Non si può continuare a lavorare in queste condizioni poiché a noi preme garantire la sicurezza dei cittadini modenesi, ma anche  degli operatori di Polizia. A meno di considerevoli incrementi di personale per le forze di polizia, o di una diversa attribuzione dei servizi connessi all’immigrazione, la Questura di Modena non può più permettersi di avere un C.I.E.

Per una struttura che assolve a compiti nazionali, non possono e non devono  essere impiegate le sole forze modenesi. Perché questa sperequazione, questa diversità di trattamento??

Le Segreterie Provinciali     Siulp, Silp per la Cgil, Sap, Consap, Ugl Polizia di Stato, Coisp Modena                                   

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