27 Mar 2013
di Arturo Ghinelli
Il Rapporto del MIUR e dell’ ISMU sugli alunni con cittadinanza non italiana nell’ a.s. 2011/2012 ci informa che i nati in Italia sono 334.284 e rappresentano il 44,2% sul totale; cinque anni fa erano meno di 200mila ,il 34,7%, perciò nel quinquennio si è avuto un aumento di 10 punti in percentuale. Nelle scuole per l’infanzia i bambini stranieri nati in Italia sono l’80,4%, più di 8 su 10, ma in alcune regioni la percentuale è ancora più alta e supera l’87% in Veneto e l’85% nelle Marche, sfiora l’84% in Lombardia e l’83% in Emilia Romagna. Negli ultimi 5 anni gli studenti stranieri nati in Italia sono cresciuti del 60% nelle scuole per l’infanzia (dove hanno raggiunto le 126mila unità contro le 79mila del 2007/08) e nelle primarie (145mila), mentre sono più che raddoppiati nelle secondarie di I°grado (46mila) e di II°grado (17mila).
Sono 415 (corrispondenti allo 0,7%) le scuole italiane in cui il numero degli stranieri raggiunge o supera il 50%. Le scuole dell’infanzia con almeno il 50% di alunni stranieri sono 233, quindi più della metà. Le province con il maggior numero di scuole con almeno il 50%degli stranieri sono Milano (55), Torino(34), Brescia (32). Due terzi delle Province italiane hanno almeno una scuola in cui gli stranieri sono almeno la metà. Gli alunni con cittadinanza rumena si confermano primi per numero con 141.050 presenze, seguono gli albanesi con 102.719 e i marocchini 95.912. Tra le nazionalità in aumento si registrano gli alunni moldavi (+12,3%) ,ucraini(+11,7%) e filippini (+11,2% alle superiori). La Lombardia si conferma la prima regione per il maggior numero di alunni stranieri (184.592), seguono il Veneto (89.367), l’Emilia Romagna (86.944), il Lazio (72.632) e il Piemonte (72.053).
I bambini rom esclusi dalle scuole. Gli unici a fare eccezione a questi aumenti sono i rom, sinti e camminanti che sono 11.899 nel 2011/12, il numero più basso degli ultimi cinque anni, in diminuzione del 3,9% rispetto al 2010. Addirittura nelle scuole superiori di II° sono rimasti in 134,di cui 10 in tutto il nord, con una diminuzione del 26%. Si osserva una diminuzione del 5,7% nelle primarie e del 5,8% nelle scuole per l’infanzia. Solo la metà passa dalle elementari alle medie.
La crescita è ripresa. Il Rapporto dice che in tutto sono 755.939 gli alunni con cittadinanza italiana, pari all’ 8,4%, con un aumento di 46.000 rispetto all’anno precedente, questo significa che il trend è di nuovo tornato verso la crescita, mentre nel 2010 sembrava rallentare. Le 415 scuole con +50% saranno al centro di una ricerca-azione nazionale finanziata dall’UE per realizzare interventi formativi per gli insegnanti e azioni di assistenza alle famiglie. Speriamo che non sia la solita bugia elettorale, perché non sono mai stati fatti interventi formativi a tappeto per gli insegnanti, mentre in alcune realtà dei quartieri periferici delle grandi città la situazione è veramente affidata solo all’impegno e alla buona volontà delle maestre e degli operatori volontari.
http://www.ismu.org/upload/files/5141bef873b84.pdf
http://www.ismu.org/upload/files/5146ff3fb8c30.pdf
http://www.ismu.org/upload/files/5146fa001cfea.pdf
http://www.ismu.org/upload/files/5146fa2cc9658.pdf
SUOLO DEL MONDO
di Arturo Ghinelli
Ho fatto un sogno…
Tutte le scuole per l’infanzia ottenevano l’extraterritorialità: i loro cortili diventavano “suolo del mondo”. Le maestre erano delegate dal Sindaco a concedere la cittadinanza ai propri alunni. Del resto chi meglio di loro conosce i bambini? Possono giurare sulla Costituzione che sono nati italiani e si comportano come italiani, bambini certo, ma italiani. La pipì e la cacca (qualche sindaco leghista vorrà che siano analizzate) sono tipicamente italiane DOC. E il pianto? E’ incredibile, ma quando piangono le maestre non riescono a distinguere i bambini con antenati italiani dai bambini italiani di primo pelo. Nel caso in cui quelli che… patriovaneggiano, che l’Italia voglion forte, polizia sempre alle porte, avanzassero dei dubbi sull’italianità dei bambini, basta indirizzarli alla terza carica dello Stato, facendo ricorso alla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini: ci penserà Lei a ribattere per le rime.