26 Apr 2013
Il reato di clandestinità è inutile e irrazionale: occorre cancellarlo. E’ uno dei risultati del lavoro delle Commissioni di studio ministeriali sulla prescrizione e sulla depenalizzazione dei reati minori, entrambe presiedute dal prof. Antonio Fiorella, e del Gruppo di lavoro sull’autoriciclaggio, coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, istituite dal ministro della Giustizia Paola Severino nel novembre 2012 e nel gennaio 2013.
Le Commissioni bocciano anche l’art. 4, comma 3, del d.lgs n. 286 del 1998, che prevede norme speciali per il cittadino extracomunitario che non ottempera, senza giustificato motivo, all’ordine di esibizione del passaporto o di altro documento di identificazione e del permesso di soggiorno o di altro documento attestante la regolare presenza nel territorio dello Stato.
Dichiarando il reato di clandestinità “norma penale del tutto inefficace e simbolica”, le Commissioni colpiscono il cuore dei pacchetti sicurezza voluti dal Pdl e dalla Lega. Che la norma sia inefficace e irrazionale lo sostengono da sempre movimenti e associazioni per i diritti dei migranti.
“Il reato c.d. di “ immigrazione clandestina ”, scrivono le Commissioni, “è stato introdotto con l ’ intento di salvaguardare, attraverso la previsione dell ’ espulsione quale sanzione sostitutiva irrogata dal giudice, il carattere immediato dell’esecuzione dell’allontanamento’.”. Tale contravvenzione non solo è simbolica, ma ha pesanti conseguenze sull’amministrazione della giustizia, in particolare per l ’obbligo di denuncia dello straniero irregolare.
Per le Commissioni è sufficiente il procedimento amministrativo di espulsione, presidiato anche dalla sanzione penale.
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