UN PROGRAMMA DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER I BAMBINI DI RECENTE IMMIGRAZIONE

26 Apr 2013

 

di Laila Nini

La Commissione europea ha previsto un programma di integrazione scolastica per i figli di immigrati, i cosiddetti “bambini di seconda generazione”, i quali si trovano ad affrontare più problemi e sfide in termini di istruzione rispetto ai loro coetanei autoctoni.

Il problema principale per i bambini immigrati ( BNA: Bambini Nuovamente Arrivati) ed i loro genitori in Europa, riguarda l’accesso ad una scuola di qualità, che possa garantire loro migliori possibilità in una prospettiva futura.

L’accesso al sistema educativo dei BNA in Europa avviene senza tenere conto di uno statuto di immigrazione, pertanto il problema che sorge al momento dell’iscrizione dei bambini immigrati a scuola è la segregazione.

In molti paesi europei, gli studenti immigrati vengono separati in scuole di bassa qualità, le quali beneficiano di poche risorse rispetto alle scuole con i bambini nativi del paese.

La segregazione è dovuta soprattutto ad un sistema educativo, che vede la residenza come condizione importante al momento dell’iscrizione dei bambini immigrati.

Quando i bambini immigrati hanno la possibilità di accedere ad un sistema educativo di alta qualità, è bene che gli studenti terminino i loro studi.

Dal report “Study on educational support for newly arrived migrant children” risulta che gli studenti che abbandonano precocemente la scuola, sono soprattutto persone che arrivano da contesti socio-economici disagiati, da gruppi sociali vulnerabili e da soggetti a rischio.

Nel 2010, l’abbandono scolastico degli studenti immigrati (BNA) è stato del 25,9% contro il 13% degli studenti nativi del paese.

La Commissione europea ha individuato cinque politiche di accompagnamento educativo, che facilitano l’integrazione dei BNA nel sistema di istruzione.

I cinque modelli di integrazione sono: 1) modello di accompagnamento completo, 2) modello di accompagnamento non sistematico, 3) modello di compensazione, 4) modello di integrazione, 5) modello centralizzato.

Il primo modello, definito “modello di accompagnamento completo” (es. Danimarca e Svezia), ha l’obiettivo di sostenere continuamente le scuole per favorire l’inserimento dei bambini migranti.

Il modello consiste nell’accompagnamento educativo dei BNA, nell’assistenza per poter passare ad un livello educativo più alto, nella sensibilizzazione tra i genitori e la comunità locale.

Il secondo modello, definito “modello di accompagnamento non sistematico” (es. Italia, Cipro e Grecia), è caratterizzato da un approccio casuale, le politiche non sono chiaramente definite, le risorse risultano non adeguate e non attuate in modo efficace.

Il sistema educativo proposto è frammentato sia per gli insegnanti che per le comunità locali (che vengono lasciate da parte).

Il terzo modello, definito “modello di compensazione” (es. Belgio e Austria), si preoccupa di colmare le differenze di ritardo nella preparazione iniziale dei BNA e comprende tutte le politiche statali, con continua formazione nella lingua del paese di accoglienza.

Non sussistono supporti in termini di intercultura.

Il quarto modello, definito “modello di integrazione” (es. Irlanda), evidenzia che la collaborazione tra l’istituto, i genitori e la comunità locale è sistematica, ma con scarsa attenzione all’insegnamento della lingua del paese ospitante.

Il quinto modello, definito “modello centralizzato” (es. Francia e Lussemburgo), permette a tutti lo stesso programma scolastico, prevedendo autonomia degli istituti nel supporto linguistico e formazione interculturale dei genitori.

L’accompagnamento viene visto come il migliore motore di inserimento sociale e scolastico dei bambini nuovamente arrivati (BNA).

Dagli studi, emerge che il decentramento nelle politiche di accompagnamento dei bambini immigrati è un buon metodo per consentire l’adattamento del sistema educativo alle singole realtà dei paesi europei. Pertanto, le scuole con un alto livello di autonomia, vengono associate ad un sistema chiaro e più efficace, il quale risponde ai bisogni degli studenti migranti, permettendo il pilotaggio del sistema a livello nazionale, inoltre con il facile adattamento ai bisogni degli immigrati ed anche ai gruppi di studenti con condizioni disagiate.

Le politiche suggerite per l’integrazione dei BNA nel sistema educativo, si identificano in quattro categorie:

Il sostegno linguistico comprende supporti iniziali di lingua in orari extra-scolastici per la valorizzazione e l’insegnamento della lingua madre e supporto continuo della lingua del paese di accoglienza.

Il sostegno scolastico permette la garanzia ai BNA di buone conoscenze scolastiche, assicura loro attitudini adeguate, performance e potenzialità ed inoltre garantisce professori qualificati, in grado di interagire con le diverse culture.

La partecipazione dei genitori e della comunità incentiva i genitori alla partecipazione ai processi educativi dei BNA attraverso la cooperazione tra scuola-casa.

L’educazione interculturale permette di assicurare un contesto sociale favorevole alla scuola, vengono qualificati professori per l’intercultura, viene incentivata anche la comunicazione tra studenti autoctoni e immigrati.

 http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-323_en.htm

http://ec.europa.eu/education/more-information/doc/migrants/report_en.pdf

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