14 Mag 2013
Alberto di Martino, professore associato di Diritto Penale all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, da tempo segue le tematiche correlate all’immigrazione. Di recente ha pubblicato assieme al suo staff il rapporto “Criminalizzazione dell’immigrazione irregolare: legislazione e prassi in Italia” nel quale si sostiene che “L’intero sistema dei centri di identificazione ed espulsione, come attualmente disciplinati nell’ordinamento italiano, è incostituzionale”.
E’ quanto sostiene il rapporto, che prende in esame il pacchetto sicurezza e il diritto penale sull’immigrazione.
Vi si legge, inoltre, che “Tenuto conto dell’assimilabilità dei Cie alle strutture carcerarie l’intero sistema di detenzione risulta incostituzionale, dal momento che viola l’articolo 13 della Costituzione posto a baluardo del diritto più elementare e fondamentale in una società democratica: quello della libertà personale. Questa disposizione dichiara solennemente che la libertà personale è inviolabile e che la privazione o restrizione della libertà personale può aver luogo soltanto ‘nei casi e secondo le modalità previsti dalla legge’ – e questo limite protegge tutti, cittadini e immigrati allo stesso modo. Tuttavia, la detenzione nel Cie non è regolata da legge, ma da provvedimenti amministrativi e a volte prassi di mero fatto. La conseguenza di questa omissione non è solo formale ma ha favorito la diffusione di pratiche disomogenee sul territorio e sostanziali disparità di condizioni di trattenimento tra i vari Cie. La violazione dell’articolo 13 ha quindi comportato anche la violazione del principio di uguaglianza: in assenza di una legge generale, ogni Cie ha le sue regole, scritte o non scritte”.
Il rapporto abalizza anche gli alti costi di queste vere e proprie strutture carcerarie. Ammontano a 55 milioni di euro l’anno. “55 milioni di euro non è un dato fornito da fonti ufficiali”, infatti “la prima cosa che risulta dal rapporto è la scarsa trasparenza della pubblica amministrazione. I ricercatori non hanno avuto informazioni dirette dai Centri e dalle prefetture e sono dovuti andare a spulciare leggi e documenti della Camera per risalire alle somme spese”.
http://www.sssup.it/news.jsp?ID_NEWS=4319>emplate=ist_home.jsp
http://www.wiss-lab.dirpolis.sssup.it/files/2013/03/Libro-dirpolis.pdf