SOLIDARIETÀ DEI MODENESI CON GLI EDICOLANTI: QUASI 12.000 FIRME RACCOLTE IN POCHI GIORNI CONTRO LA DE-REGULATION DEI PUNTI VENDITA

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Modena, 20 giugno 2013

E’ partita spontaneamente tra gli edicolanti di Modena e provincia la raccolta firme promosse dal sindacato Sinagi (affiliato alla Slc/Cgil) che in soli 15 giorni ha messo insieme 11.629 firme di clienti e cittadini modenesi, che hanno così dimostrato la loro vicinanza e solidarietà alla richiesta di moratoria nell’apertura sul territorio di nuovi punti vendita di stampa, quotidiani e periodici.

Da mesi il Sinagi – che rappresenta 300 edicole su 330 della provincia di Modena – sta conducendo la battaglia contro la liberalizzazione selvaggia della vendita di stampa, che da inizio anno ha visto l’apertura di nuovi 14 punti di vendita nella Grande Distribuzione, di cui 1 in punto vendita Conad e tutti gli altri nei negozi di Coop Estense.

“Non ce l’abbiamo con Coop, né con la Grande Distribuzione Organizzata qualunque essa sia  – hanno detto stamattina in conferenza stampa i sindacalisti e gli edicolanti Lucia Roversi, Giuliano Barbieri, Giuseppe Marchica , Albano Arletti e Andrea Rivieri, Alessandra Morselli – non siamo neppure contrari alla liberalizzazione delle vendite, purché a parità di condizioni”.

Le edicole tradizionali sono infatti tenute ad esporre tutte le testate di ogni editore, quindi 3-4000 testate, mentre nei punti di vendita della Grande Distribuzione al massimo sono esposte 2-300 testate quelle alto-vendenti.

Nella grande distribuzione, anche lo spazio espositivo non è adeguato per garantire parità di trattamento a tutte le testate.

“Se un’edicola tradizionale venisse meno a queste regole, rischierebbe la revoca della licenza!”. Regole dettate anche per garantire il diritto all’informazione previsto dalla Costituzione (art.21).

Per ogni punto vendita che apre in un supermercato chiudono 4/5 edicole, questo rischia di determinare una concentrazione dei punti di vendita e lo smantellamento della rete capillare di distribuzione oggi garantita dalla rete delle edicole presenti su tutto il territorio. Il rischio è quello di limitare proprio il pluralismo e l’accesso all’informazione dei cittadini.

I sindacalisti del Sinagi hanno fatto presente che, in molte realtà, già oggi davanti ad un supermercato c’è un’edicola, e se si apre anche all’interno dello stesso supermercato, ciò porta inevitabilmente la chiusura dell’edicola a 50 metri.

L’apertura crescente di nuovi punti di vendita all’interno della GDO è resa possibile dalla confusione normativa esistente: sono infatti contemporaneamente in vigore la legge 170/2001 (che prevede potere programmatorio per i Comuni) e il “Salva Italia” del Governo Monti (dicembre 2011) che invece consente una semplice Scia, dichiarazione di apertura di vendita stampa ai Comuni.

“Il nostro è anche un atto di critica agli Amministratori locali – hanno aggiunto i rappresentanti del Sinagi – che non si assumono la responsabilità di scelte politiche. I dirigenti comunali di fronte ad una Scia non fanno opposizione (nonostante la moratoria consigliata dalla Regione Emilia-Romagna) perché non vogliono rischiare i ricorsi, ma, d’altro canto, anche i politici non si assumono la responsabilità di scelte per il territorio. Si rischia – hanno aggiunti i sindacalisti – di far morire la rete capillare delle edicole, di desertificare i centri storici, i piccoli comuni e quelli più periferici”.

Giuseppe Marchica, segretario nazionale Sinagi, ha precisato che non si tratta di impedire nuove aperture alla Grande Distribuzione, ma semplicemente chiedere una moratoria di 5-6 mesi in attesa che i confronti in atto a livello nazionale tra parti sociali e Governo, e anche a livello regionale, trovino un accordo per armonizzare le due legislazioni vigenti e garantire parità di trattamento a tutti i soggetti della filiera dell’informazione.

Ma a questa richiesta la Grande Distribuzione finora è stata sorda, ed è per questo che gli edicolanti modenesi rinnovano il loro appello per trovare una soluzione rispettosa per il territorio, a maggior ragione in un momento di crisi come quello che si sta attraversando.

Le quasi 12.000 firme raccolte (tra cui nomi eccellenti come il segretario Cgil Susanna Camusso, la deputata Giuditta Pini, l’onorevole di Sel Giovanni Paglia) saranno consegnate nei prossimi giorni ai singoli Comuni di pertinenza e complessivamente al Prefetto di Modena per ribadire ancora una volta che le edicole non vogliono chiudere e vogliono continuare a svolgere il loro ruolo di presidio della democrazia sul territorio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

DEREGULATION VENDITA QUOTIDIANI: LA RISPOSTA DEL SINAGI A COOP ESTENSE

 

Il Sinagi di Modena, sindacato edicolanti affiliato alla Cgil che rappresenta l’80% delle edicole modenesi (circa 300 su 330), esprime amarezza e critica per le considerazioni diffuse da Coop Estense nel comunicato stampa del 30 maggio scorso.

Innanzitutto, le critiche mosse dal sindacato edicolanti contro la liberalizzazione selvaggia della vendita di stampa, non è un accanimento verso Coop Estense, ma una richiesta di moratoria verso tutta la Grande distribuzione (GDO) perché non approfitti dell’incertezza legislativa (compresenza di leggi diverse: legge sull’editoria  170/2001 e le “liberalizzazioni” del Governo Monti del 2012) per chiedere nuove autorizzazioni alla vendita mettendo in crisi la rete esistente di edicole su Modena e provincia.

E’ ovviamente nei fatti che da gennaio ad oggi le richieste di nuovi punti vendita di stampa siano state fatti principalmente da Coop Estense, che ne ha attivati 11 su 14 richieste avanzate (3 punti vendita nei supermercati di Modena città Canaletto, Cialdini e Direzionale 70; 3 a Sassuolo; 1 a Castelvetro, 1 a Castelnuovo, 1 Finale Emilia, 1 a San Cesario, 1 a Nonantola). I prossimi 3 punti vendita saranno nei negozi Coop di Spilamberto, Maranello e Formigine. Vero che anche Conad ha attivato un nuovo punto vendita a Sassuolo a inizio anno.

La liberalizzazione alla vendita degli inizi degli anni 2000, fatta in via sperimentale, aveva coinvolto diversi soggetti: GDO (Coop, Conad, Famula, Esselunga) e anche piccoli esercenti (benzinai, tabaccai, ecc…). Questa sperimentazione in pochi anni non ha fatto altro che mettere in luce lo spostamento degli acquisti tra le edicole tradizionali e i nuovi soggetti (senza esclusiva di vendita), senza però ampliare la quantità di vendita di quotidiani e riviste.

Una liberalizzazione che si è perciò esaurita da sola, e le normative successive si sono limitate a fotografare l’esistente lasciando ai soggetti già autorizzati la possibilità di continuare e/o recedere nella vendita.

Le successive “liberalizzazioni” del Governo Monti 2011 e 2012 consenteno l’attivazione di punti vendita attraverso la Scia, segnalazione certificata inizio attività. I Comuni modenesi dal canto loro, si sono in questi mesi limitati ad applicare le Scia, in assenza di strumenti normativi per contrastarle, pur essendo molto sensibili alle richieste degli edicolanti di moratoria, già espresse anche dalla stessa Regione Emilia-Romagna.

Quello che il Sinagi e le 300 edicole che rappresenta chiedono a Coop Estense è di tornare ad agire secondo lo spirito etico alla base della cooperazione. Chiediamo di ascoltare le richieste di moratoria in attesa di una nuova legge sull’editoria, da Noi tanto invocata, che preveda la tutela e le garanzie per l’intera filiera dell’editoria.

Non abbiamo paura di una liberalizzazione se chiara e con uguali diritti/doveri per tutti, a cominciare dalle pari opportunità nell’esposizione di tutte le testate e solo di quelle “alto-vendenti”.

Anche il più piccolo chiosco delle nostre città ha sicuramente esposto tra le 4.000 e 4.500 testate, contro le poche centinaia tenute nei punti vendita della GDO.

Gli edicolanti svolgono un  ruolo di pubblico servizio (come riconosciuto recentemente anche dal Prefetto di Roma) nel garantire il pieno rispetto dell’art. 21 della Costituzione.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dottor Peluffo nel febbraio di quest’anno riferendosi alle edicole tradizionali, ha definito “il sistema distributivo capillare fondamentale e perciò va tutelato anche l’interesse sociale da queste rappresentato”.

Il Sinagi rappresenta l’80% delle edicole modenesi, la nostra protesta ha avuto l’appoggio di diverse associazioni di categoria (Cna, Confesercenti, Lapam-Licom, Confconsumatori) e da migliaia di clienti che spesso sono anche soci Coop.

Tutte le edicole della provincia (anche non nostre associate) hanno raccolto in poche settimane oltre 7.000 firme a sostegno della nostra protesta contro la liberalizzazione selvaggia della vendita di giornali e riviste.

Giuliano Barbieri e Lucia Roversi

co-segretari sindacato edicole Sinagi affiliato Slc/Cgil Modena

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