02 Lug 2013
Comune, Arci Grottaglie, Associazione Sherwood, Cgil Taranto, Cgil Grottaglie presentano venerdì 12 luglio, alle ore 20.00, nel Giardino Mediterraneo del Castello Episcopio di Grottaglie (Taranto), il libro di Sara Faieta “Le storie di unsolomondo” edito dalla Ediesse.
L’autrice dialogherà con lo scrittore e giornalista Silvano Trevisani.
Interverranno: Ciro Spagnulo, del Centro Lavorato Stranieri della Cgil di Modena, responsabile della rivista unsolomondo, Mohcine El Arrag, della FP Cgil di Modena e collaboratore della rivista, Filomena Principale, Segreteria provinciale Cgil Taranto.
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Nel corso della serata si alterneranno letture e musiche.
Leggeranno: Marzia Benicchi, Ciro Spagnulo, Mohcine El Arrag e l’attore e regista teatrale Alfredo Traversa.
Le musiche saranno eseguite da Michele Bucci (tromba e flicorno), Ignazio Caleandro (sax), Ciro Galeone (chitarra) e Francesco Mariella (contrabbasso).
“Le storie di unsolomondo“ è una raccolta di racconti su immigrati in Italia. In parte raccoglie le storie pubblicate sul quindicinale unsolomondo del Centro Lavoratori Stranieri CGIL di Modena. L’opera nasce dall’esigenza di dare una voce e un volto all’ ‘altro’, allo straniero, per colmare la distanza tra le persone favorendo l’incontro, poiché il pregiudizio e la paura spesso nascono dalla scarsa conoscenza di realtà considerate troppo lontane dalle nostre. I racconti inducono ad una riflessione sul concetto di alterità soprattutto per alcuni esiti inattesi: scoprendo l’esistenza delle paure dell’altro nei nostri confronti la prospettiva può cambiare e allora l’ ‘altro’ non è più lo straniero ma siamo noi.
Così scrive Sara Faieta nel racconto “Frollino”: “Mentre lo ascolto mi rendo conto che dalla prospettiva di Amjad, dal basso di un cespuglio o dal cartone sull’asfalto della strada, l’altro, lo straniero, lo sconosciuto, ero io e mentre mi racconta le sue paure realizzo che siamo così concentrati sulle nostre riserve verso l’altro, dall’uomo a terra al viandante, fino al dormiente sotto un albero, da ignorare le paure degli altri, le loro, nei nostri confronti, identiche, in tutto e per tutto, per tipologia ed intensità alle nostre”.