30 Set 2013
di Arturo Ghinelli
Secondo il dossier “I piccoli schiavi invisibili 2013”di Save the Children, si stimano in 20,9 milioni le vittime di lavoro forzato nel mondo, incluse le vittime di quella che viene definita la moderna schiavitù, ossia la tratta ai fini dello sfruttamento sessuale e lavorativo. Una fetta consistente è ancora una volta rappresentata da minori (circa 5, 5 milioni nel mondo).
Secondo un recente rapporto Eurostat, in Europa sono oltre 9.500 le vittime presunte e accertate nel 2010 (di cui il 15% è rappresentato da minori), con un incremento pari al 18% nel triennio 2008-2010. In particolare, il numero totale delle vittime accertate e presunte in Europa nel 2008 è stato di 6.309, nel 2009 di 7.795 e nel 2010 di 9.528.
L’Italia è il Paese dove è stato segnalato il maggior numero di vittime presunte o accertate, pari a quasi 2.4001 nel 2010, con un calo rispetto ai 2.421 del 2009 ma un notevole aumento rispetto ai 1.624 del 2008.
Al di là dei dati quantitativi, tuttavia, occorre considerare che il fenomeno che vede il coinvolgimento di minori vittime di tratta e di varie forme di sfruttamento appare ancora, ad oggi, largamente sommerso e dunque ancora più preoccupante. Numerose le minori vittime di tratta e sfruttamento sessuale che restano invisibili alle autorità a causa della forte mobilità sul territorio o perché spostate nei circuiti indoor o perché dotate di documenti attestanti una falsa identità. Ancora più invisibile il fenomeno dello sfruttamento o del potenziale rischio di sfruttamento lavorativo di giovani ragazzi, soprattutto non accompagnati (egiziani) o appartenenti alla comunità cinese. Senza contare il numero di quei minori che “transitano” velocemente, nel nostro territorio, diretti principalmente verso il Nord Europa intenzionati a rimanere invisibili e a non entrare nel sistema di protezione nazionale, per non compromettere il loro progetto migratorio. E’ proprio la loro invisibilità ad aumentare il rischio di cadere nella rete di potenziali sfruttatori.
In Italia sono
– 2.381 le vittime identificate o presunte in Italia nel 2010. Il numero più alto fra i 27 paesi Ue e i 7 che hanno chiesto di entrare in Europa
– 21.795 vittime di tratta, di cui 1.171 minori, soggette a sfruttamento sessuale elavorativo o ad altre forme di sfruttamento quali l’accattonaggio e le economie illegali sono state assistite, dal 2000 al 2012, nell’ambito dei progetti ex art. 18 D.lgs 286/98 e 3.862vittime di tratta – di cui 208 minori – sono state assitite nello stesso periodo nell’ambito dei progetti ex art. 13 della Legge 228/2003.
Negli ultimi anni, i principali paesi di origine sono la Nigeria, la Romania, il Marocco, l’Egitto e la Cina.
– 7.402 sono i minori stranieri non accompagnati segnalati al 31 luglio 2013, di cui presenti
5.950 ed irreperibili 1.452 .
I DATI SUI MINORI NON ACCOMPAGNATI
Secondo i dati ufficiali , il numero dei minori non accompagnati in Italia registrato nella prima metà del 2012 ammonta a 7.370. Di questi, il 94,1% sono maschi. i paesi di origine più rappresentati sono: Egitto,
Bangladesh, Afghanistan, Albania, Tunisia, Marocco, Costa d’Avorio e Mali.
La maggior parte di questi minori non accompagnati (81%) ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, con più del 50% vicino ai 18 anni.
Questo risultato in particolare “suggerisce che in molti casi questi minori sono migranti su cui le famiglie hanno investito e il cui progetto migratorio è segnato dal desiderio e dal bisogno di lavorare”.
L’86% dei minori registrati si trovano in case famiglia per minori. Gli operatori che lavorano in queste comunità, generalmente appartengono a categorie professionali qualificate come educatori, assistenti sociali ,psicologi o mediatori culturali, ma spesso sono suore, come a Modena, di opere pie o istituti religiosi. In Italia, le comunità di accoglienza si dividono in due tipologie principali caratterizzate in base alla durata.
In genere i minori scappano sia dalle une che dalle altre .Sarebbe auspicabile che venissero affidati a delle famiglie per un vero e proprio affido personalizzato come si è provato a fare con successo a Siracusa, dove per ogni minore non accompagnato si è trovata una famiglia affidataria o un tutor che lo assume in carico e se ne assume la responsabilità diretta. Oltretutto questa soluzione, oltre a dare più garanzie di riuscita, costa allo Stato 400 euro mensili, mentre l’immissione in Comunità costa ai Comuni 2000 euro mensili. (ag)