14 Nov 2013
“La domanda di lavoro attesa può essere ampliamente soddisfatta nell’ambito dei settori, dei territori e dei profili richiesti, compreso il settore domestico, dell’offerta di lavoro disponibile, anche in assenza di una nuova programmazione di quote generali tramite i decreti flussi annuali. Le politiche del lavoro di breve-medio periodo dovranno pertanto essere orientate a riassorbire lo stock di disoccupazione che si è accumulato in questi ultimi anni”.
Lo afferma iI Ministero del Lavoro nella relazione relativa al secondo trimestre del 2013 sulle principali dinamiche del mercato del lavoro dei lavoratori stranieri in Italia. La relazione sottolinea il perdurare delle criticità del mercato del lavoro, con la presenza, nel secondo trimestre 2013, di oltre 500 mila lavoratori stranieri in cerca di lavoro. Tale dato si somma alla crescita della popolazione straniera inattiva, soprattutto per la componente extra Ue, dovuta al fenomeno dei ricongiungimenti familiari, all’aumento del numero di stranieri di “seconda generazione” ed alle quote di ingresso non programmate di popolazione straniera non comunitaria quali, profughi, persone richiedenti asilo politico.
Evidentemente, si sottolinea nelle conclusioni, durante la lunga fase di recessione le imprese hanno riadeguato le quantità di lavoro impiegate ai più bassi livelli di produzione, riducendo la domanda di lavoro standard, e quindi ridimensionando anche il contributo potenziale dell’offerta di manodopera straniera, soprattutto nell’Industria e nelle Costruzioni. Il ricorso a strumenti di contenimento temporaneo dell’impiego di lavoro ha ritardato e limitato l’impatto negativo della crisi sull’occupazione, ma sta simmetricamente rinviando quello positivo del riavvio dell’attività, dato che le imprese possono accrescere la produzione allungando gli orari.
Gli unici segnali positivi riguardano il segmento dei servizi alla persona.