13 Gen 2014
Per insegnare l’italiano ai figli degli immigrati insegnanti in pensione disponibili a collaborare gratuitamente, insegnanti non necessariamente di italiano. L’idea, a Brescia, è dell’assessore comunale alla Pubblica Istruzione: creare un albo ad hoc, dove raccogliere le disponibilità di ex insegnanti e professionisti a collaborare, gratuitamente, per l’alfabetizzazione degli stranieri e altri progetti di potenziamento e sostegno elaborati dai collegi docenti. Rimangono così tagliati gli insegnanti che hanno speso tempo e soldi per specializzarsi proprio nell’insegnamento della lingua italiani ai figli dei cittadini stranieri. La motivazione ufficiale di questa esclusione è la mancanza dei fondi per pagare gli «L2».
L’iniziativa bresciana ha scatenato la protesta. E’ possibile seguirla, sul blog Riconoscimento della professionalità degli insegnanti di italiano L2/LS e sull’omonima pagina facebook.
In particolare è stata redatta una mail che gli insegnanti possono spedire all’assessore per esprimere la propria contrarietà.
Nella mail si scrive, tra l’altro: “Si tratta di un atto di gravità senza precedenti, che cancella con un colpo di mano un’intera categoria, la cui professionalità è attestata da lauree, diplomi di master, certificazioni e comprovata esperienza sul campo. L’utilizzo di volontari non solo squalifica in partenza la nostra preparazione e la nostra formazione, ma contribuisce a portare avanti l’idea secondo cui si possano tappare le falle del sistema scolastico attraverso personale non pagato, affinché Stato, Comuni e Province possano risparmiare. La scuola non è un’azienda, e l’educazione non è una merce che deve ‘costare poco’.”. Inoltre, si sottolinea che “iniziative di questo tipo siano lesive del diritto all’educazione degli studenti migranti, in quanto insegnare l’italiano a migranti non significa ‘aiutare nei compiti’: significa sapere come insegnare una lingua, quali approcci e metodi utilizzare e in quale situazione, significa saper creare attività e materiali ad hoc, significa progettare percorsi che tengano conto di determinati fattori (stadio dell’interlingua, sequenze di apprendimento, interferenze con la L1, e altri elementi teorici che si devono conoscere e saper applicare). Significa saper coinvolgere gli insegnanti di classe in questo percorso”.
Oltre alla mail, tramite Change.org circola anche un appello indirizzato ai ministeri dell’Istruzione e dell’Integrazione sulla necessità di potenziare l’offerta formativa per venire incontro alle necessità dei migranti e combattere l’analfabetismo degli adulti italiani.