REATO DI CLANDESTINITÀ. PRIMO PASSO VERSO L’ABOLIZIONE

30 Gen 2014 silp per la cgil,

 

di Mohcine El Arrag

 

Il Senato ha approvato un emendamento al disegno di legge del governo sulle pene alter­na­tive al car­cere che delega il Governo a abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato di ingresso e soggiorno irregolare… ma non del tutto. Lo stesso emendamento pre­vede infatti che l’ingresso e il soggiorno irregolare tornino un ille­cito ammi­ni­stra­tivo punito con un’ammenda e l’espulsione solo la prima volta in cui un immi­grato irre­go­lare viene fer­mato. Torna infatti ad essere con­si­de­rato un reato penale — anche se non puni­bile con il car­cere — nei casi di reci­diva, vale a dire se l’immigrato non lascia il Paese o vi rientra oppure non rispetta gli altri prov­ve­di­menti ammi­ni­stra­tivi emessi nei suoi con­fronti come, ad esempio, l’obbligo di presentarsi in Questura dopo un fermo per mancanza di documenti. E’ una soluzione di compromesso che consente alla maggioranza di non saltare e a tutti di proclamarsi vincitori. Peraltro il capitolo non può ancora considerarsi completamente chiuso perché il ddl deve tornare all’esame della Camera. La strada è stata comunque aperta e anche il pd Luigi Manconi, che pure si è astenuto, ha parlato di un segno di «discontinuità». L’emendamento è stato appro­vato con 182 voti a favore (Pd, M5S, Ncd e Sc), 16 con­trari e 7 aste­nuti. Il M5S ha votato a favore dopo un referendum tra i propri sostenitori che hanno dato il via libera e sconfessato così le posizioni di Beppe Grillo. Ovviamente contro l’emendamento ha alzato le barricate la Lega Nord.

Il reato di clandestinità è stato introdotto nel 2009 con il “pacchetto sicurezza” voluto dall’allora ministro all’Interno Roberto Maroni. Non ha nulla a che fare con il sovraffollamento delle carceri. Infatti, ricorda l’ASGI, “chi lo commette e’ punito con una contravvenzione che prevede il pagamento di un’ammenda da 5.000 a 10.000€, che non viene mai riscossa, infatti chi soggiorna illegalmente non è titolare di beni patrimoniali alla luce del sole, aggredibili dall’Agenzia delle entrate. La detenzione, inoltre, non può essere prevista perché punire l’irregolarità con il carcere contrasta con la Direttiva rimpatri come a più riprese affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea .” Ha creato però spreco di risorse e pesanti e inutili carichi di lavoro per polizia e uffici giudiziari. “La vera utilità del reato di clandestinità consiste nel fornire all’elettorato il ‘tranquillante messaggio’ conseguente alla parificazione del migrante irregolare al delinquente”, dice l’ASGI: “non vi sono dunque ragioni per mantenerlo in vita, e chi afferma il contrario o non è informato o ha interesse al mantenimento per fini propagandistici”.

REATO DI CLANDESTINITÀ. LEONE MORESSA: “SI ABROGA UNA NORMA INEFFICACE”

L’abrogazione del reato di clandestinità non rappresenterà di sicuro uno “svuota carceri”: nel 2013 meno dell’1% dei detenuti in Italia è in carcere per reati legati all’immigrazione.

La Fondazione Leone Moressa ha confrontato i dati ufficiali del Ministero della Giustizia sui detenuti nelle carceri italiane con i dati del Ministero dell’Interno sui provvedimenti amministrativi.

Dimezzato il numero di detenuti per reati sull’immigrazione. Negli ultimi sei anni sono diminuiti del 50,2% i detenuti per reati legati alla legge sull’immigrazione, passando da 2.357 nel 2008 a 1.174 nel 2013. La diminuzione è dovuta in parte alla trasformazione nel 2011 di alcune pene da incarcerazione a pecuniarie, che hanno portato il reato di clandestinità ad essere punito solo con un’ammenda (da 5.000 a 10.000 euro).

Quasi azzerate le espulsioni decise dal giudice. Si osserva una drastica riduzione del numero di persone coinvolte nei provvedimenti giudiziari (e di conseguenza di quelle condannate ed espulse), cominciata nel 2011 e divenuta ancora più massiccia nel 2012. Il calo del 2011 è dovuto alla sentenza della Corte Europea del 28/04/11, che aveva reso inapplicabile la pena della reclusione relativa ai procedimenti in corso (costituenti la maggioranza dei procedimenti iscritti), giudicandola troppo aspra e contraria a quanto stabilito dalla Direttiva “rimpatri” 2008/115/CE.

A seguito di queste modifiche legislative, dunque, nel 2012 le espulsioni per via giudiziaria sono state appena 112 (-98,3% rispetto al 2008) e questo tipo di provvedimento ha coinvolto complessivamente (tra assolti e condannati) meno di un migliaio di cittadini stranieri.

Dimezzato il numero di persone coinvolte in provvedimenti amministrativi. L’espulsione amministrativa, disposta dal Ministero dell’Interno o dal Prefetto per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, ha fatto registrare dal 2008 al 2012 una forte riduzione nel numero di persone coinvolte (-49,2%). Nonostante l’aumento dei respingimenti alla frontiera (+6,4%), le persone allontanate dall’Italia sono complessivamente diminuite (-23,3%). Il rapporto tra allontanamenti e persone coinvolte è di circa 1 ogni 2, più alto rispetto al dato del 2008 (1 ogni 3).

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “negli ultimi anni la normativa sull’immigrazione ha perso gran parte della propria efficacia, come dimostrano le riduzioni drastiche del numero di detenuti, condannati ed espulsi. In tale situazione, appare opportuno l’intervento legislativo avviato in Senato volto a modificare le legge vigente, trasformando in illecito amministrativo il reato di ingresso illegale e limitando il rilievo penale solo ad alcune violazioni specifiche.”

SILP-CGIL, BENE ABOLIZIONE REATO DI LANDESTINITA’

Per il segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil Daniele Tissone, “L’abolizione del reato di immigrazione clandestina approvato oggi in Senato va nella direzione giusta superando un’impostazione securitaria che, oltre a non coniugare il rispetto della dignità e dei diritti umani non risolve il problema dell’immigrazione clandestina”.

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